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Lavoro. Nord Italia “calamita” per gli immigrati

Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Trentino Alto Adige le regioni dal più elevato indice di attrattività occupazionale degli stranieri. Studio della Fondazione Moressa

Roma – 21 settembre 2010 – Le aree del Nord, rispetto a quelle del Sud, sono i territori più fertili per l’insediamento e l’occupabilità degli stranieri. Questo per la migliore “qualità” del lavoro offerto, per i salari più elevati, per la richiesta che proviene dalle aziende, per l’invecchiamento progressivo della popolazione e per la capacità imprenditoriale degli stranieri.

Tutto ciò nonostante la crisi abbia aggravato la condizione occupazionale degli immigrati più al Nord che al Sud. Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Trentino Alto Adige sono le regioni più attrattive per l’occupazione straniera, addirittura il Friuli Venezia Giulia è quattro volte più attrattiva della Calabria che si posiziona ultima tra le regioni italiane.

Questi i risultati di uno studio condotto dalla Fondazione Leone Moressa che ha calcolato l’indice di attrattività occupazionale degli stranieri nelle diverse regioni italiane, avvalendosi di un insieme di dieci indicatori in grado di spiegare, secondo diverse sfaccettature, il fenomeno lavorativo straniero: dalle componenti tipiche del mercato del lavoro, alle tipologie contrattuali, ai livelli retributivi, agli effetti demografici, alle richieste del mercato produttivo.

Gli indicatori utilizzati sono: il saldo occupazionale, il rischio di rimanere disoccupati, il tasso di disoccupazione, il fabbisogno delle imprese, il mantenimento del tempo indeterminato, l’instabilità contrattuale, l’indice di ricambio demografico, le retribuzioni mensili dei dipendenti, il reddito medio annuo dichiarato e infine il tasso di imprenditorialità straniero.

L’effetto crisi
La crisi ha avuto un impatto negativo sull’occupazione immigrata più nelle aree del Nord che in quelle del Sud. Il tasso di disoccupazione straniera infatti è più elevato e la differenza degli occupati stranieri tra 2009 e il 2008 (pur rimanendo positiva) incide di meno rispetto al totale dell’occupazione straniera stessa. Ciononostante, le imprese settentrionali continuano a esprimere una domanda sempre crescente di manodopera straniera: sul totale delle nuove assunzioni che verranno realizzate nell’arco di quest’anno, quelle riservate agli immigrati sono più consistenti al Nord rispetto che al Sud: a primeggiare in questo contesto è il Trentino Alto Adige, dove su 100 nuove assunzioni quasi 40 saranno di manodopera straniera, seguita da Liguria, Toscana e Veneto.

“Qualità” del lavoro
Se si esprime la “qualità” del lavoro in termini di tipologia contrattuale le aree del Nord e del Centro sono più orientate a inquadrare i propri occupati stranieri con contratti stabili. Lazio, Lombardia, Piemonte (insieme alla Sardegna) sono le regioni che annoverano meno lavoratori con contratti a termine rispetto alla base occupazionale straniera. Inoltre al Nord i dipendenti a tempo indeterminato hanno maggiore possibilità di mantenere lo stesso contratto e di conseguenza il proprio posto di lavoro.

I redditi e la ricchezza
Per quanto riguarda i livelli salariali dei dipendenti, gli stranieri che lavorano al Nord vengono remunerati meglio rispetto a quelli del Sud: si va infatti da 1.138€ del Trentino Alto Adige ai 692€ della Basilicata. Anche i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi portano al medesimo risultato: in Lombardia gli stranieri dispongono di una ricchezza media complessiva di 15.307€ contro neppure 10mila€ dichiarati in Basilicata, Puglia e Calabria.

Effetto demografico
Il Nord è predisposto ad attrarre maggiormente la manodopera straniera anche a causa dell’invecchiamento progressivo della sua popolazione. Infatti in aree quali la Liguria, il Friuli V.G, la Toscana su due anziani, vi è poco più di un giovane, mentre al Sud il rapporto si inverte. Questo significa che se si dovessero mantenere i livelli di occupazione attuali e prevedendo un ulteriore invecchiamento della popolazione, per colmare il gap servirebbero più stranieri al Nord.

Capacità imprenditoriale
La fecondità delle aree centro settentrionali è confermata anche dalla capacità degli stranieri di creare attività imprenditoriali autonome. In queste aree infatti la presenza di imprenditori stranieri rispetto al totale si fa più forte in Friuli Venezia Giulia (8,7%) e Toscana (8%) rispetto alla Puglia (3,4%) o alla Basilicata (2,9%).

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