Roma, 26 ottobre 2023 – Nel 2022, l’immigrazione in Italia ha continuato a suscitare dibattiti e discussioni. Il Dossier Statistico Immigrazione 2023, curato da Idos in collaborazione con il Centro Studi Confronti e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V,” fornisce una panoramica dettagliata delle tendenze e dei dati relativi all’immigrazione in Italia. Ecco i principali punti emersi dal dossier, analizzando la presenza straniera in Italia, l’occupazione, l’istruzione, i flussi di lavoro, la detenzione amministrativa e l’impatto economico.
La popolazione straniera in Italia
Il 2022 ha visto una presenza stabile di oltre 500.000 stranieri in condizione di soggiorno irregolare in Italia, rappresentando solo un decimo dei più di 5 milioni di residenti stranieri regolari. Questo fatto mette in discussione l’idea di un’immigrazione incontrollata, evidenziando dinamiche interne come trasferimenti, nascite, decessi e acquisizioni della cittadinanza italiana come principali fattori di stabilità. Inoltre, la popolazione straniera è risultata un contributo positivo alla demografia italiana, mentre la popolazione autoctona è diminuita di oltre un milione di unità.
Occupazione e disparità
Un terzo dei lavoratori stranieri in Italia è impiegato in lavori manuali e a bassa qualifica, con salari notevolmente inferiori alla media. Questo modello di “segregazione occupazionale” influisce negativamente sulle condizioni di vita degli immigrati. Nonostante il 40% dei residenti stranieri si trovi in situazioni di povertà ed esclusione sociale, solo il 10,7% riceve il Reddito di cittadinanza. Il nuovo Assegno di inclusione, con requisiti più stringenti, ridurrà ulteriormente il numero di beneficiari stranieri.
Istruzione e carriere
Gli studenti stranieri rappresentano oltre il 10% di tutti gli scolari in Italia, ma affrontano sfide crescenti man mano che avanzano nel sistema scolastico. Le differenze rimangono evidenti anche nelle scelte di indirizzo superiore, con i giovani stranieri che hanno meno accesso ai licei e all’università, compromettendo la loro mobilità sociale.
Flussi di lavoro e detenzione amministrativa
Il governo italiano ha programmato l’ammissione di 452.000 lavoratori stranieri in tre anni, ma questi flussi sono ancora lontani dal coprire il fabbisogno effettivo. Inoltre, molti lavoratori stranieri sono relegati a lavori precari e a bassa qualifica. La politica di detenzione amministrativa, compresi i Centri di Permanenza Temporanea (Cpr), è stata ampiamente criticata e non ha dimostrato una maggiore efficacia nell’identificazione e nel rimpatrio dei migranti irregolari.
Migranti nel Mediterraneo
Lungo le rotte migratorie del Mediterraneo, migliaia di migranti scompaiono o perdono la vita mentre cercano di raggiungere l’Europa. Le cifre sono allarmanti, con migliaia di morti e dispersi nel corso degli anni, specialmente lungo la rotta centrale. La politica di detenzione amministrativa, inclusa l’intercettazione in mare e il ritorno forzato, è stata oggetto di preoccupazione.
Contributo economico degli immigrati
Nonostante le sfide, gli immigrati continuano a contribuire positivamente all’economia italiana e al sistema di protezione sociale. Nel 2021, il saldo tra spese e introiti dello Stato legati all’immigrazione ha registrato un guadagno di 6,5 miliardi di euro per l’erario pubblico.