Roma, 7 luglio 2025 – Antonio Tajani cambia tono, ma non sostanza. L’operazione di pressione persuasiva interna sulla riforma della cittadinanza si scontra con il muro compatto di Lega e Fratelli d’Italia. In un’estate politica che si preannuncia rovente, il leader di Forza Italia tenta di aprire un varco nel centrodestra, senza però provocare fratture evidenti. Una strategia rischiosa, fatta di equilibri sottili e frasi calibrate, in un partito ancora alla ricerca di una linea chiara dopo l’era Berlusconi.
Durante un’intervista concessa a Bruno Vespa al Forum in Masseria, Tajani prova a riposizionarsi. Lo ius Italiae, ammette, “non è l’emergenza numero uno”, ma un centrodestra moderno “deve farsi carico di questo problema”. L’idea è quella di rafforzare il senso di cittadinanza attraverso la formazione scolastica, valorizzando un percorso serio e strutturato: dieci anni di scuola obbligatoria, con profitto, per poter aspirare alla cittadinanza italiana.
Un modello romano, lo definisce lui, che “inglobava e non escludeva”, in grado di trasformare l’integrazione in un atto di forza identitaria, non di debolezza. Un invito a superare le paure, rivolto in modo nemmeno troppo velato ai salviniani: “La paura di integrare è segno di debolezza”.
Ma il messaggio non passa. Anzi, si infrange contro la linea dura degli alleati. La Lega risponde per le rime: “Invitiamo l’amico Antonio Tajani ad archiviare ogni polemica sulla riforma della cittadinanza. Non passerà mai”. Un secco altolà, che replica il veto assoluto anche sul terzo mandato, rilanciato ironicamente dallo stesso eurodeputato azzurro Fulvio Martusciello: “Archiviamo ogni polemica: il terzo mandato non passerà mai. La Lega del Nord si rassegni”.
Le opposizioni, intanto, osservano la scena con scetticismo e sarcasmo. Giuseppe Conte invita Forza Italia al confronto parlamentare, ma ammonisce: “Se continui a fare dichiarazioni a luglio o ad agosto e poi le ritiri è un teatrino avvilente per questi giovani che ci credono, sei una contraddizione vivente”. Riccardo Magi di +Europa rincara: “Abbia un sussulto di dignità e smetta di parlare di cittadinanza, non ha più credibilità”.
Tajani, però, insiste sulla serietà della proposta. La cittadinanza non è un favore, ma il compimento di un percorso. E se c’è un passaggio che rivela il senso più profondo della sua strategia è questo: “Non è una cosa per far dispetto a qualcuno”. In gioco non c’è solo il destino di migliaia di giovani nati e cresciuti in Italia, ma anche l’identità stessa di un centrodestra che ambisce a governare con visione e lungimiranza.
Eppure, la sua posizione resta scomoda. Da un lato le barricate erette da Lega e FdI, che rifiutano ogni apertura e bollano la proposta come inutile e bocciata “perfino da un referendum”. Dall’altro, un Partito Democratico prudente, e le voci che parlano di una cautela altrettanto forte anche dentro Forza Italia, a partire da Marina Berlusconi. Tajani nega: “Non si è mai espressa su questo tema”. Ma secondo altre fonti sarebbe proprio la primogenita del Cavaliere a sostenere in privato l’iniziativa.
Nel frattempo, si attende che il testo venga calendarizzato in Parlamento, dove finalmente la discussione potrà assumere un volto istituzionale.


