E’ successo a Brescia. Il senegalese ha rincorso e fatto arrestare il malvivente MILANO, 3 dicembre 2008 – Una corsa di un chilometro, a perdifiato e a piedi scalzi, per catturare il responsabile di uno scippo avvenuto sotto casa.
Il protagonista è Mamour, la vittima della rapina una donna bresciana e residente in provincia di Brescia. Lo scippatore è stato arrestato dalla Volante della Questura.
Mamour è un senegalese di 36 anni, da più di dieci in Italia. Un immigrato regolare, con moglie e un figlio, che abita in città, a ridosso del centro e lavora come operaio a Castelmella, un paese dell’ hinterland. Era in casa quando ha sentito le invocazioni d’aiuto, si è affacciato alla finestra e ha visto la donna distesa sull’asfalto. Pochi istanti prima, infatti, era stata colpita da un calcio e a nulla era valso ogni suo tentativo d’opporsi, d’evitare che le strappassero la borsetta. Lo scippatore è scappato e allora Mamour non ha avuto esitazioni. Scalzo, è uscito di casa e l’ha inseguito. Il malvivente deve essere rimasto un po’ sorpreso di fronte a tanta determinazione e quando si è accorto che il fiato cominciava a scarseggiare, ha provato anche a corrompere Mamour.
"Se mi lasci andare, te la regalo" ha detto riferendosi all’agenda che aveva rubato, pensando che fosse un portafoglio. Mamour ha continuato a correre e a gridare fino a quando non sono arrivati i rinforzi. Da un’auto sono scesi due ragazzi italiani e la fuga dello scippatore è finita. L’hanno bloccato, prima in due, poi in tre. L’uomo è rimasto fermo fino all’arrivo della Volante per poi andare prima in Questura e poi al carcere di Canton Mombello. Anche Mamour è andato, sempre a piedi nudi, in Questura. Ha raccontato tutto ciò che era successo fino a quando non ha fatto presente che aveva un problema.
"Ora devo andare a lavorare" ha detto agli agenti che lo stavano interrogando. Così, è andato in fabbrica, dove ha lavorato per alcune ore e poi è tornato in Questura per terminare la deposizione. Poi a casa da moglie e figlio, lasciati quando è iniziata la corsa semplicemente perché "una donna non si picchia".