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Maroni: “Siamo stati lasciati da soli nell’emergenza immigrati”

Conferenza stampa di Ferragosto, il ministro dell’Interno illustra i dati e attacca l’Europa

Roma, 16 agosto 2011 – Nella tradizionale conferenza stampa di Ferragosto al Viminale, il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha affrontato i diversi temi che occupano l’agenda del suo Minitero tra cui quello dell’immigrazione.

In base ai dati forniti dal Ministro “fino al 31 luglio sono sbarcati in Italia 24.769 migranti provenienti dalla Tunisia e 23.267 dalla Libia”. Partendo dai numeri, Maroni ha poi spiegato la difficoltà non solo dell’accoglienza e gestione degli immigrati ma anche le difficoltà diplomatiche nel gestire politiche di accoglienza con strategie politche definite con i paesi da cui partoni i flussi migratori.

“Con la Tunisia c’è un interlocutore, che è il Governo tunisino e ciò ci sta consentendo di tenere sotto controllo il fenomeno. Con la Libia no: dieci giorni fa – ha spiegato Maroni – ho incontrato il mio omologo del Consiglio transitorio di Bengasi, ma poi l’organismo è stato sciolto”.

“Finché in Libia continuerà la guerra e non ci sarà un unico interlocutore, ha aggiunto il titolare del Viminale, il controllo e la prevenzione rispetto alle partenze sarà impossibile, per questo chiediamo una soluzione rapida della guerra in Libia che è l’unico modo per gestire il fenomeno”.

Illustrati, infine, i numeri dei rimpatri: oltre 13mila fino al 31 luglio per arrivare, ha concluso Maroni, a 30mila per fine anno.

Le ultime battute della conferenza il ministro dell’Interno le ha dedicate per lanciare un monito alla comunità Europea, denunciando come “L’Italia sta affrontando da sola l’emergenza immigrazione perché l’Ue ha contribuito in modo minimo ai costi di gestione con un fondo europeo insignificante. Sappiamo che dobbiamo cavarcela da soli, anche se, ogni volta che ne ho l’opportunità, faccio presente in Europa quali siano le cose da fare. Ci sarà un probabile incremento dei flussi migratori ad agosto ma l’Italia è tuttavia in grado di gestire l’emergenza con le risorse necessarie: il 95% di soldi italiani e il 5% di risorse europee”.

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