"Non abbiamo fatto nulla che ci ponga al di fuori delle direttive o delle politiche comunitarie" ROMA, 29 settembre 2008 – "Avanti così, avanti tutta": continuando a garantire "i massimi livelli di integrazione", ma "con il massimo rigore e il massimo contrasto verso i clandestini".
Dopo le critiche dell’Osservatore romano alla politica per l’immigrazione dell’Ue e del governo italiano, il ministro dell’Interno Roberto Maroni non vuol proprio sentir parlare di segnali di intolleranza nei confronti degli immigrati.
"Chi critica ha letto male i nostri provvedimenti", dice all’ANSA il ministro, sottolineando come "non esiste alcun nuovo divieto o alcuna nuova restrizione sul fronte del diritto di asilo o sul fronte del ricongiungimento familiare: solo norme contro gli abusi".
La risposta all’affondo dell’Osservatore Romano è arrivata da Bonn dove Maroni ha partecipato alla riunione del G7 dei ministri degli Interni dedicata all’emergenza terrorismo internazionale. Il ministro non ci sta: "Le decisioni che abbiamo preso sono tutte conformi e coerenti con le normative dell’Ue. Non abbiamo fatto nulla che ci ponga al di fuori delle direttive o delle politiche comunitarie, condivise da tutti gli Stati membri". Anzi, rivendica il ministro, "l’Italia, sul fronte dell’immigrazione, è il paese più esposto dell’Europa e tuttavia garantisce i più alti livelli di integrazione.
Vorrei ricordare come solo nel 2007 abbiamo accettato 8 mila persone che avevano chiesto asilo. Gli abbiamo dato un lavoro, un reddito. E questo – continua – lo facciamo ogni anno. Purtroppo, però, è un aspetto che chi ci critica in continuazione dimentica spesso". Il ministro spiega quindi come "secondo le norme dell’Unione europea il paese che riceve le domande di asilo è obbligato a dare ospitalità. E l’Italia di fatto svolge un ruolo di filtro nei confronti di tutti gli altri paesi europei.
Lo fa volentieri e – ripete – assicurando i più elevati standard di accoglienza e di integrazione. Vorrei che ogni tanto chi ci critica, legittimamente, se ne ricordasse". Maroni guarda poi alla decisione del parlamento europeo che nei giorni scorsi, a larga maggioranza, ha detto no al diritto di voto per gli immigrati: "E’ la posizione di sempre della Lega – sottolinea – che per questo è stata anche accusata di essere razzista. Ora vedo con soddisfazione che la nostra posizione è stata fatta propria dall’europarlamento".