Tra i candidati del Partito democratico al consiglio comunale di Reggio Emilia c’è una giovane donna di origine egiziane, che si batte da sempre per il diritto di cittadinanza. Ora però ha scelto di farlo impegnandosi in prima persona nelle istituzioni.
ARTICOLO A CURA DI GIULIA PARINI BRUNO
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Marwa Mahmoud è una giovane donna di origine egiziane, vive a Reggio Emilia, ha 34 anni e ha una bimba di sette anni, Mariam. Ha studiato Lingue e letterature straniere a Bologna, dove ha fatto un master di comunicazione. Come dice lei, è in perenne formazione. Si è candidata per il Partito democratico al consiglio comunale di Reggio Emilia. È la prima volta che si candida per un partito ma ha una lunga militanza politica si è sempre battuta contro i pregiudizi e per il diritto di cittadinanza. Ed è membro del direttivo del CoNNGI che riunisce oltre 31 associazioni fondate dalle nuove generazioni di italiani che hanno appena scritto un manifesto programmatico per contare di più.
Se dovesse descriversi, cosa direbbe di sé?
«Sono una giovane mamma, reggiana di origini egiziana e un’attivista dei diritti umani e civili. Da molti anni mi occupo di inclusione sociale e culturale. Faccio parte del movimento nazionale Italiani senza cittadinanza, mi batto perché molti cittadini di origine straniera, che sono nati e cresciuti in Italia, possano ottenere la cittadinanza italiana. Credo nell’affermazione delle donne che sanno connettere mondi differenti, sono convinta che attraverso di loro possano cadere i muri dell’incomprensione e della discriminazione. Vorrei poter creare una narrazione alternativa per smontare pregiudizi e stereotipi».
Lei adesso è candidata al comune di Reggio Emilia, perché questa scelta?
«Quando sei un attivista, la politica è parte integrante della tua vita. Fino ad ora il mio luogo è sempre stata la piazza, la comunità in cui vivo. Ho sempre tenuto un dialogo aperto e collaborato con le istituzioni. Questa esperienza ha fatto sì che il sindaco Luca Vecchi e l’assessora con cui ho collaborato mi hanno chiesto di mettere al servizio della città la mia esperienza e il mio impegno. All’inizio ero scettica, perché dovevo candidarmi col Partito Democratico, che a livello nazionale è stato responsabile dell’affossamento della riforma per la cittadinanza».
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