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Meno infortuni tra i lavoratori stranieri

È la prima volta. Sartori (Inail): “Perché lavorano di meno, ma anche grazie a prevenzione e sicurezza”

Roma – 20 luglio 2010 – Calano  gli infortuni tra i lavoratori stranieri, lo dicono i dati diffusi oggi in una conferenza stampa dall’Inail.

"È la prima volta – spiega il presidente dell’Istituto, Marco Sartori – nell’ultimo decennio, da quando, cioè, il fenomeno ha assunto una rilevanza statistica, che e’ stata registrata una flessione degli infortuni tra i lavoratori stranieri, sempre più presenti nel mercato del lavoro italiano". "Il calo -osserva- e’ da attribuire, in parte, alla riduzione complessiva delle opportunità di lavoro che ha interessato tutta la popolazione del Paese e, dunque, anche gli stranieri, colpiti, peraltro, da livelli di precarietà superiori agli italiani. Ma, in parte anche consistente, al miglioramento delle loro condizioni per quanto riguarda prevenzione e sicurezza".

Il 2009 ha registrato un decremento degli infortuni dei lavoratori stranieri, dagli oltre 143mila casi del 2008 ai 119mila del 2009, per un calo del 17%. Anche in questo caso, la flessione ha riguardato prevalentemente la componente maschile (-20,3%), rispetto a quella femminile (-4,9%). I casi mortali di infortuni che hanno interessato lavoratori stranieri sono diminuiti di 39 unità, passando da 189 a 150. Il calo si e’ verificato maggiormente nell’industria, in particolare nei settori del manifatturiero notoriamente ad alta presenza di lavoratori stranieri, nei quali la crisi produttiva e occupazionale e’ stata più acuta.

Rumeni, marocchini e albanesi sono, nell’ordine, le comunità che ogni anno denunciano il maggior numero di incidenti, totalizzandone ben il 40%. Se si considerano, poi, i casi mortali, la percentuale supera il 50%: in altri termini, un deceduto di origine straniera su due, in Italia, proviene da una delle tre comunità.

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