Finora gli ‘irregolari’ erano punibili con misure detentive tra un anno e mezzo e sei anni ROMA, 23 luglio 2008 – Il presidente messicano Felipe Calderon ha promulgato la riforma alla ‘Ley general de población’ che elimina le pene carcerarie per gli immigrati privi di documenti sostituendole con ammende.
Finora gli ‘irregolari’ erano punibili con misure detentive tra un anno e mezzo e sei anni. "Questa misura dimostra molto chiaramente la piena coscienza, non solo da parte del governo, che il problema andava affrontato. Siamo impegnati nel rafforzamento di meccanismi che permettano di assicurare ai migranti che vengono nel nostro paese il pieno rispetto dei loro diritti umani", ha detto – riferisce l’agenzia Misna – il ministro degli Esteri Patricia Espinosa dal Salvador, dove si trova in visita.
Espinosa ha anche ammesso che il Messico "deve ancora trovare una soluzione a una serie di lacune per garantire tali diritti, su cui vogliamo lavorare in modo congiunto con i governi della regione". La riforma cancella alcuni articoli della ‘Ley’ che "revocano lo status di criminale ai migranti centroamericani"; viene annullato, tra gli altri, anche un articolo che prevedeva fino a dieci anni di carcere per gli ‘irregolari recidivi’ che rientravano in Messico dopo esserne stati espulsi, sostituito da una multa tra i 100 e i 500 dollari.
In Messico, secondo stime ufficiali, transitano ogni anno 300.000 migranti centroamericani, circa 25.000 al mese: secondo la Commissione per i diritti umani almeno il 10% di loro subisce ancora gravi abusi.