Roma, 2 luglio 2025 – Roma resta il principale polo di attrazione per i cittadini stranieri in Italia, ma i dati della XX edizione dell’Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio, curata dal Centro Studi e Ricerche IDOS, mostrano un quadro complesso e preoccupante, soprattutto sul fronte dell’accoglienza e dell’integrazione.
Al 31 dicembre 2023, gli stranieri residenti nel Lazio erano 630.000, pari al 12,2% del totale nazionale. Di questi, oltre 517.000 vivono a Roma, che da sola raccoglie più del 68% della popolazione migrante della regione. Le comunità più numerose sono quelle rumena (194.000), bangladese (44.000), filippina (42.000), indiana (33.000) e ucraina (25.000).
Permessi di soggiorno in calo
Nel 2023 sono stati rilasciati 29.075 nuovi permessi di soggiorno, con una diminuzione del 30,4% rispetto all’anno precedente. Particolarmente significativo è il crollo dei permessi per protezione internazionale e motivi umanitari, passati da 17.000 a 5.531 (pari a -67,5%), una riduzione che ha coinvolto anche i cittadini ucraini in fuga dalla guerra.
Sistema d’accoglienza al collasso
Il sistema regionale di accoglienza si conferma emergenziale: su 12.231 persone accolte, l’80% è stato ospitato nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), spesso sovraffollati, con una situazione particolarmente critica nella provincia di Latina. Solo il 20% è entrato nel Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI). I minori stranieri non accompagnati sono diminuiti da 1.363 a 1.105 (-18,9%), ma molti di essi sono ancora collocati in strutture per adulti, con gravi rischi per il loro sviluppo e benessere.
Inserimento lavorativo e scolastico fragile
Nel 2023 sono stati attivati 276.000 contratti di lavoro a cittadini stranieri nel Lazio, segnando un +6% rispetto al 2022. Tuttavia, la loro presenza è concentrata nel lavoro domestico e in mansioni non qualificate, mentre le professioni ad alta specializzazione restano appannaggio quasi esclusivo degli italiani.
Nel campo dell’istruzione, gli studenti stranieri sono quasi 85.000, ma il sistema scolastico regionale continua a mancare di un piano strutturato di mediazione interculturale, ostacolando l’inserimento degli studenti neoarrivati e creando disuguaglianze educative.
La fotografia scattata dall’Osservatorio IDOS, presentata a Roma il 25 giugno 2025, evidenzia la necessità urgente di politiche più strutturate e inclusive, capaci di superare l’approccio emergenziale e di investire nell’integrazione reale delle persone migranti nel tessuto sociale, lavorativo e scolastico del territorio.