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Migranti, a Trieste nasce la manifestazione solidale “Dormire è resistere”

Roma, 26 settembre 2024 – Una serata come tante nel cuore della “movida” triestina, dove via Torino e Piazza Unità si animano di voci e risate. Giovani e adulti si ritrovano nei locali, tra bicchieri di birra e calici di vino, per godersi qualche momento di spensieratezza e compagnia. Eppure, ieri sera, c’era qualcosa di diverso lungo questo percorso: in Piazza Cavana, a pochi passi dall’allegria degli avventori. Un piccolo gruppo ha scelto di fermarsi, stendere dei telini termici a terra e lanciare un messaggio forte e chiaro con lo striscione “Io dormo con i migranti”.

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Migranti, che cos’è l’iniziativa “Dormire è resistere” nata a Trieste

A Trieste la crisi dei migranti, dopo lo sgombero del Silos, continua imperterrita. Da questo nasce l’iniziativa “Dormire è resistere”, che si svolge ogni mercoledì in una piazza diversa della città e mira a portare l’attenzione sulla condizione dei migranti a Trieste, costretti a dormire all’aperto proprio dopo la chiusura del Silos. Una chiusura che, seppur giustificata dalle pessime condizioni igieniche, ha tolto loro l’unico rifugio dalle intemperie, lasciandoli esposti al freddo e alla pioggia. Il presidio silenzioso, composto da una ventina di persone sdraiate sulle coperte, si è trasformato in un punto di incontro e riflessione per i passanti, suscitando curiosità e invitando alla riflessione.

“Dormire è resistere” non è una protesta urlata, ma un gesto simbolico di solidarietà. Durante le quattro ore di permanenza, nessuna tensione o confronto acceso. Anzi, molte persone si sono fermate per chiedere informazioni, per capire e persino per complimentarsi. Certo, qualcuno ha accelerato il passo appena compreso il tema dell’iniziativa, ma in generale l’atteggiamento prevalente è stato di apertura e interesse. E in una città dove il dibattito sull’immigrazione si fa spesso acceso, soprattutto sui social, il presidio è riuscito a mantenere un clima sereno e rispettoso. Tra i partecipanti, un gruppo eterogeneo: giovani studenti, liberi professionisti, pensionati e volontari, ognuno con un’esperienza personale diversa ma accomunati dalla volontà di dare visibilità a chi, a Trieste, vive una condizione di estremo disagio. Alcuni arrivano persino da Udine, come un gruppo proveniente dal centro Balducci di Zugliano, un’associazione nota per il sostegno a migranti, profughi e rifugiati politici. “Abbiamo avuto la fortuna di conoscere don Pierluigi Di Piazza, che si è sempre battuto per i diritti dei più deboli”, spiegano.

Una manifestazione per sensibilizzare

Il tema della mancanza di un rifugio dignitoso per i migranti non è nuovo a Trieste, ma continua a rimanere irrisolto. La chiusura del Silos, che ospitava numerosi migranti in condizioni già precarie, ha lasciato un vuoto che il Comune non ha saputo colmare. Il sindaco Roberto Dipiazza, ormai, non viene più nemmeno citato come possibile interlocutore per trovare una soluzione. Le persone continuano a dormire all’aperto, “sotto un tetto di stelle”, senza speranza di miglioramento, mentre i volontari e i cittadini solidali si alternano nelle piazze per mantenere alta l’attenzione.

Un’azione che nasce dalla volontà di chi, pur non essendo direttamente coinvolto, non vuole voltare le spalle. Un segnale di resistenza, come recita il titolo dell’iniziativa, che tenta di opporsi all’indifferenza e alla mancanza di politiche concrete. Perché, come spiega uno dei volontari: “Questa città, così accogliente nel suo cuore storico, non può permettersi di ignorare chi vive ai margini. Dormire è resistere, sì, ma è anche un richiamo a tutta la cittadinanza a guardare con occhi nuovi e a non chiudersi di fronte a chi soffre”.

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