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Migranti. Dubbi della Cassazione sul piano Albania: due quesiti alla Corte di Giustizia Ue

Roma, 31 maggio 2025 – La Corte di Cassazione accende i riflettori sul controverso piano Albania per i centri per migranti, sollevando dubbi di compatibilità con il diritto europeo e rinviando due questioni alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Gli ermellini, infatti, chiedono di stabilire se i trasferimenti e i trattenimenti nei centri albanesi rispettino i principi comunitari.

La decisione arriva a pochi giorni di distanza dalla pronuncia dell’8 maggio scorso, quando la Cassazione aveva considerato il Cpr di Gjader equivalente a quelli presenti sul territorio italiano. Stavolta, però, i giudici sollevano due questioni pregiudiziali, originate da ricorsi del Viminale contro altrettante mancate convalide di trattenimento decise dalla Corte d’Appello di Roma. Si tratta del caso di un migrante irregolare e di un richiedente asilo che ha presentato domanda di protezione internazionale nel centro albanese.

La prima questione riguarda la Direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, sugli orientamenti al rimpatrio forzato. La Cassazione si chiede se il trasferimento in Albania possa contrastare con le norme previste all’articolo 3, e menziona la legge 14/2024 che ratifica il protocollo Italia-Albania sui trasferimenti dei migranti irregolari.

Il secondo dubbio chiama in causa la Direttiva 2013/32/UE, che disciplina le procedure comuni per il riconoscimento e la revoca dello status di protezione internazionale. I giudici temono un conflitto con la disciplina interna, che consente il trattenimento nei centri albanesi sulla base del protocollo, considerata la presunta strumentalità della domanda di protezione.

La Cassazione chiede alla Corte Ue di pronunciarsi con procedimento d’urgenza, sospendendo nel frattempo il giudizio. La decisione viene accolta con soddisfazione da parte dell’opposizione. Per Angelo Bonelli (AVS – Europa Verde), l’intesa con Tirana è “contraria al diritto europeo, calpesta i diritti fondamentali delle persone ed è un vergognoso spreco di denaro pubblico”. Sulla stessa linea il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, che definisce i Cpr albanesi “un fallimento politico di Meloni” e un evidente contrasto con le norme Ue, nonché privi di standard umanitari. Per Nicola Fratoianni (AVS) si tratta di “un’ennesima figuraccia del governo e dei suoi ministri”.

Da Madrid, intanto, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi rivendica il “primato dell’Italia” nell’aver aperto il dibattito europeo sugli hub regionali per i rimpatri dei migranti, sottolineando di aver “avviato una discussione” che ora è condivisa anche in sede Ue.

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