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Migranti, l’appello di Papa Francesco: “Basta ipocrisia e indifferenza”

Roma, 22 maggio 2023 – E’ ora di ammettere e affrontare, senza ipocrisia e indifferenza, il dramma delle vittime migranti che ogni giorno perdono la vita nel Mediterraneo. Con questo appello oggi Papa Francesco si rivolge alla Conferenza episcopale italiana (Cei), che si terrà nel pomeriggio in Vaticano. Durante l’assemblea, poi, Bergoglio regalerà a ciascun presule un libro per spiegare il suo messaggio alla Chiesta italiana: il Fratellino, di Ibrahima Balde, un uomo nato in un piccolo villaggio della Guinea che oggi vive in un albergo della Croce Rossa a Madrid.

Migranti, Papa Francesco: “Basta ipocrisia e indifferenza”

A Madrid l’autore lavora come meccanico e insieme a Amets Arzallus Antia, un giornalista che collabora con un’associazione di assistenza ai migranti, ha deciso di raccontare la sua storia. “È alla ricerca del fratello piccolo, partito con l’intenzione di raggiungere l’Europa e mai arrivato, che Ibrahima Balde lascia la Guinea e il lavoro di camionista, per intraprendere un viaggio che non voleva fare, ma che è comune a migliaia di africani. Questo romanzo è la cronaca, lucida ed essenziale, della vita di Ibrahima Balde, da lui stesso raccontata, e trascritta dal poeta Amets Arzallus Antia. Una voce che ci fa capire, senza vittimismo ma in tutta la sua drammaticità, cosa sono la traversata del deserto, il traffico dei migranti, la prigionia, le torture, la violenza della polizia, il viaggio in mare, la morte“, si legge nella sinossi.

“Una voce ferma, così chiara e profonda da diventare a tratti poetica, che ci racconta cosa significa conoscere la sete, la fame, la sofferenza. Esistono mille motivi e storie che portano una persona ad attraversare il Mediterraneo per cercare di raggiungere l’Europa. La disumanizzazione delle loro morti, le espulsioni, le vite illegali sembrano necessarie per alimentare la nostra indifferenza. In realtà ognuna di queste vite è unica e universale e questo racconto ne è la drammatica testimonianza”, continua il testo. Come si capisce dalla sinossi, il libro raccoglie perfettamente il messaggio che da settimane il Papa sta riportando, in particolare in seguito alla strage di Cutro.

“Porgo la mia vicinanza alle migliaia di migranti, rifugiati e altri bisognosi di protezione in Libia: non vi dimentico mai. Sento le vostre grida e prego per voi. Tanti di questi uomini, donne e bambini sono sottoposti a una violenza disumana. Ancora una volta chiedo alla comunità internazionale di mantenere le promesse di cercare soluzioni comuni. Soluzioni concrete e durevoli per la gestione dei flussi migratori in Libia e in tutto il Mediterraneo. E quanto soffrono coloro che sono respinti! Ci sono dei veri lager lì. Occorre porre fine al ritorno dei migranti in Paesi non sicuri. E dare priorità al soccorso di vite umane in mare con dispositivi di salvataggio e di sbarco prevedibile.

Garantire loro condizioni di vita degne, alternative alla detenzione, percorsi regolari di migrazione e accesso alle procedure di asilo. Sentiamoci tutti responsabili di questi nostri fratelli e sorelle. Persone che da troppi anni sono vittime di questa gravissima situazione”, ha infatti dichiarato in passato Papa Francesco.

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