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Migranti, i numeri smentiscono gli elogi del governo alla strategia di Giorgia Meloni

Roma, 25 luglio 2023 – Chissà cosa pensano gli elettori di Giorgia Meloni di questa sua “apertura” ai migranti. Chissà se stanno mettendo in discussione la sua credibilità dopo tutta la propaganda utilizzata durante la campagna elettorale. Dopo gli slogan al suon di “porti chiusi” e “blocco navale subito”. Perchè in un attimo, Giorgia Meloni è passata da una guerra annunciata ai profughi ad ammettere che, tutto sommato, in Italia servono perché vanno a compensare la carenza di manodopera di cui il nostro Paese soffre.

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Migranti, il cambio di rotta di Giorgia Meloni

Come ha scritto Claudia Fusani su Il Riformista, quella di Giorgia Meloni è stata una vera e propria “conversione”. Una “conversione” elogiata dal governo come una svolta epocale, ma dietro le dichiarazioni roboanti si nasconde una realtà più complessa. I numeri non mentono e gli sbarchi in Italia continuano ad aumentare. Con 86.132 persone sbarcate via mare dal primo gennaio, rispetto alle 36.600 dello scorso anno, è evidente che la situazione migratoria è tutt’altro che sotto controllo. Anche il vertice su Migrazione e Sviluppo, che dovrebbe fermare e ridurre le partenze, non ha ancora prodotto risultati significativi. Tutto ciò continua a dimostrare che il fenomeno migratorio è strutturale e non può essere fermato da un giorno all’altro, come invece la destra vorrebbe.

Tra l’altro, oltre alle questioni interne, la “conversione” di Meloni sembra rispondere a esigenze internazionali. L’Italia sta cercando di rafforzare i legami con l’Africa e diventare una potenza ponte tra l’Europa e il continente africano. In un contesto geopolitico dominato da Cina e Russia, infatti, l’Africa assume un ruolo cruciale come forziere di materie prime e mercato emergente. Per questo il governo italiano cerca di promuovere accordi con i paesi africani per garantire stabilità economica e politica, al fine di contenere l’avanzata di Cina e Russia nel continente.

I veri interessi di Meloni

Tuttavia, questa strategia potrebbe non essere ben vista dai suoi alleati leghisti, che da mesi sono sul piede di guerra per i continui sbarchi e arrivati di migranti. Alcuni sindaci del nord Italia, soprattutto quelli della Lega, si sono addirittura rifiutati di accogliere i nuovi migranti e hanno denunciato la mancanza di un piano di accoglienza. Meloni deve quindi bilanciare la sua nuova posizione con le esigenze dei suoi alleati politici. E non è tutto: contemporaneamente la Premier ha bisogno di avere uno standing internazionale per guardare avanti, soprattutto in vista delle elezioni europee. Proprio per questo motivo sta cercando di portare avanti numerosi dossier internazionali. Perchè deve dimostrare di ricoprire un ruolo di leadership nel dialogo con l’Africa, presentandosi come un’interlocutrice affidabile per la comunità internazionale. Così potrebbe acquisire maggiore rilevanza e influenza agli occhi della politica europea. Una politica che, al contrario della destra italiana, non vuole condurre una lotta contro gli immigrati.

Di fatto, però, rimane che questa strategia potrebbe mettere a dura prova la stabilità della coalizione di governo. La vera sfida per la leader di Fratelli d’Italia, perciò, sarà dimostrare che questa “conversione” è sostenuta da una politica concreta e realizzabile, capace di affrontare con successo il complesso fenomeno migratorio.

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