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Migranti, Meloni: “Su Libia e Tunisia si attivi il piano Caivano”

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Roma, 16 febbraio 2024 – Nella sua informativa in Consiglio dei ministri, la Premier Giorgia Meloni si è mostrata ottimista riguardo al dossier migranti. Stanno arrivando “piccoli segnali di speranza”, come il -41% di sbarchi registrato in queste settimane rispetto allo stesso periodo del 2023, ha infatti dichiarato. Tuttavia, le sfide rimangono significative, con le zone calde individuate in Tripolitania, Sudan e Niger.

Migranti, Meloni: “Per il Nord Africano applichiamo il modello Caivano”

La Premier ha esortato la sua squadra a mostrare agli interlocutori africani “la nostra vicinanza e il nostro reale spirito di solidarietà”. Inoltre, ha immaginato un “modello Caivano” per i Paesi del Nord Africa, in particolare per Tunisia e Libia, consapevole delle differenze tra Tripolitania e Cirenaica. Meloni, quindi, ha richiesto non solo l’organizzazione di “tavoli interministeriali”, ma anche la presenza diretta sul campo: “Andiamo tutti in Libia e Tunisia, sviluppiamo progetti, controlliamo l’esecuzione, coordinando le presenze, in modo che siano cadenzate e diano il senso della continuità”, ha dichiarato.

Queste azioni, ha spiegato, fanno parte di un quadro più ampio, che include il Piano Mattei, avviato con la Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni e successivamente con la conferenza Italia-Africa. La Premier, poi, ha sottolineato che la cooperazione con le Nazioni africane è collaborativa, non predatoria, e ha rivendicato il diritto “a non emigrare” tra i tanti diritti da tutelare.

Meloni, inoltre, ha chiaramente espresso la necessità di contenere gli arrivi dei migranti, poiché “porta all’attivazione o riattivazione di un’altra direttrice”. Se cinque mesi fa la preoccupazione principale erano gli arrivi dalla Tunisia, infatti, oggi gli occhi sono puntati sulla costa della Tripolitania, che sta registrando un incremento di partenze. In conclusione, la Premier Meloni ha ribadito l’importanza di mantenere alta l’attenzione sul dossier migranti e di continuare a lavorare con gli Stati della regione del Mediterraneo allargato e dell’Africa Sub-Sahariana. L’obiettivo, infatti, rimane quello di contrastare insieme gli sbarchi e affrontare le cause profonde della migrazione.

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