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Migranti. Papa Leone XIV e il dovere dell’accoglienza: un appello al rispetto della dignità umana

Roma, 16 maggio 2025 – Nel suo primo incontro con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Papa Leone XIV ha lanciato un forte messaggio di solidarietà e accoglienza, ricordando come il fenomeno delle migrazioni tocchi profondamente l’identità stessa della Chiesa e della società globale.

“Ognuno di noi può essere straniero”

Il Papa ha voluto sottolineare la dimensione universale dell’esperienza migratoria:

“Ciascuno di noi, nel corso della vita, si può ritrovare sano o malato, occupato o disoccupato, in patria o in terra straniera: la sua dignità però rimane sempre la stessa, quella di creatura voluta e amata da Dio.”

Con queste parole, Leone XIV ha voluto ricordare che l’identità umana precede ogni cittadinanza, che nessuna frontiera può cancellare il valore intrinseco della persona. Il Papa ha anche evocato la propria storia personale, quella di un discendente di immigrati e lui stesso emigrato, per testimoniare come le migrazioni siano parte integrante della storia di ognuno.

Una sfida globale, una responsabilità condivisa

Il Pontefice ha quindi richiamato la comunità internazionale al proprio compito etico e politico:

“Ridare respiro alla diplomazia multilaterale” e rafforzare le organizzazioni internazionali nate per garantire la protezione dei diritti fondamentali, inclusa la tutela di chi è costretto a lasciare la propria terra.

L’invito alla coesione e alla corresponsabilità globale è chiaro: non si tratta di un problema di singole nazioni, ma di una sfida umanitaria che interroga la coscienza collettiva.

Oltre le paure, verso una cultura dell’incontro

Nel suo discorso, Leone XIV ha anche denunciato le cause profonde che alimentano i flussi migratori: diseguaglianze globali, guerre, sfruttamento e cambiamenti climatici. L’appello è dunque a lavorare per rimuovere le radici delle ingiustizie che costringono milioni di persone a fuggire, senza cedere alla retorica della paura e della chiusura.

Una Chiesa schietta, dalla parte degli ultimi

Ribadendo il ruolo della Chiesa come voce profetica, Leone XIV ha dichiarato che essa “non può esimersi dal dire la verità sull’uomo e sul mondo”, anche a costo di risultare scomoda. Una verità che, nel caso delle migrazioni, si traduce in difesa incondizionata della dignità di ogni migrante, al di là di ogni strumentalizzazione politica.

Accoglienza come imperativo morale

Il discorso di Papa Leone XIV si inserisce in un solco ben tracciato dal magistero dei suoi predecessori, ma acquista una forza nuova nel contesto attuale: in un mondo segnato da muri, diffidenze e crisi umanitarie, l’appello del Pontefice a riconoscere il volto di Dio in ogni migrante risuona come un richiamo urgente alla nostra umanità.

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