Roma, 14 giugno 2019 – “La Sea Watch non sbarcherà i naufraghi in Libia. Tripoli non è un porto sicuro”. È la risposta secca della Ong tedesca, postata sul proprio account Twitter, alla disponibilità della Guardia costiera libica di accogliere a Tripoli i 52 migranti soccorsi il 12 giugno dalla Sea Watch in acque libiche.
“Tripoli non è un porto sicuro”, ha proseguito la Ong, aggiungendo che “riportare coattivamente le persone soccorse in un Paese in guerra, farle imprigionare e torturare, è un crimine. È vergognoso che l’Italia promuova queste atrocità e che i governi Ue ne siano complici”.
È Matteo Salvini ad aggiornare sui movimenti della nave. “Si sta muovendo verso la Tunisia”. Ma l’ultimo tracciato mostra un cambio di rotta
“SeaWatch non vuole portarli in Libia? – scrive Salvini su Facebook – allora spieghi perché ha chiesto a Tripoli un porto sicuro. E perché, dopo la risposta positiva, ha atteso per ore davanti alla costa africana. Aveva il via libera allo sbarco, l’atteggiamento della Ong sembra un vero e proprio sequestro di persona per motivi politici”.