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Migranti, monsignor Malnati: “Condizioni disumane, il “silos” di Trieste va chiuso”

Roma, 6 marzo 2024 – La drammatica situazione dei migranti richiedenti asilo provenienti dalla rotta balcanica, relegati in condizioni disumane nel cosiddetto “silos” di Trieste, ha sollevato un’ondata di indignazione e appelli per una soluzione immediata a questa crisi umanitaria. “I migranti sono ‘accampati’ in uno spazio coperto senza pavimentazione, senza servizi igienici, senza possibilità di lavarsi. Vivono in condizioni sub-umane. E’ un gravissimo attentato verso la dignità dell’uomo di cui ogni persona. Anche chi delinque, ha diritto da parte di uno Stato democratico”, ha infatti dichiarato il monsignor Malnati.

Migranti, Malnati: “Quello che succede a Trieste è disumano”

Il teologo monsignor Ettore Malnati, noto per il suo impegno sociale, ha sollevato la questione, denunciando le terribili condizioni in cui queste persone si trovano, privi di servizi igienici, spazi adeguati e dignità. “È un gravissimo attentato alla dignità umana”, ha infatti dichiarato, ribadendo che ogni individuo, anche chi si trova nella condizione di richiedente asilo, ha diritto a essere trattato con rispetto da parte di uno Stato democratico.

La struttura, comunemente conosciuta come “silos”, è stata oggetto di molte critiche e richieste di chiusura, non solo da parte della cittadinanza, ma anche da parte delle istituzioni. Monsignor Malnati ha esortato la proprietà, Coop.Alleanza 3.0, a prendere l’iniziativa di chiuderla e garantire un trattamento dignitoso ai migranti richiedenti asilo. Ma questo appello non è nuovo. Monsignor Malnati ha più volte sollecitato la ricerca di alternative per garantire la dignità di queste persone, già provate dalle difficoltà incontrate lungo la rotta balcanica. “È imperativo che si chiuda il ‘silos'”, ha affermato, sottolineando che la proprietà è responsabile di questa situazione e ha il dovere di intervenire.

La solidarietà della comunità triestina si è manifestata anche attraverso singoli cittadini e associazioni che hanno cercato di alleviare le sofferenze dei richiedenti asilo fornendo cibo, abiti e compagnia. Tuttavia, la soluzione definitiva a questa crisi deve passare dalla chiusura del “silos” e dalla ricerca di soluzioni abitative più dignitose e rispettose per tutti gli interessati.

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