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Minacce di morte alla giudice Silvia Albano per la sentenza sui migranti in Albania

Roma, 24 ottobre 2024 – La giudice Silvia Albano, uno dei sei magistrati del Tribunale di Roma che si è espresso sulla controversa questione del trattenimento dei migranti in Albania, è stata recentemente vittima di gravi minacce di morte. A seguito di queste intimidazioni, Albano ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma, come confermato da un comunicato ufficiale di Magistratura democratica (Md), l’associazione di cui è presidente.

Secondo quanto riportato, la situazione ha origine da una campagna di discredito orchestrata contro i magistrati romani, con particolare accanimento verso Silvia Albano. Questa campagna ha generato un clima di tensione e odio, che ha finito per sfociare in minacce alla sua sicurezza personale. Md ha sottolineato come questo caso rientri in un contesto più ampio di intimidazioni nei confronti della magistratura, già evidenziato dalla necessità di garantire scorte ai pubblici ministeri impegnati nel processo Open Arms, attualmente in fase di discussione.

Il clima di crescente intolleranza e ostilità verso coloro che affrontano tematiche delicate come l’immigrazione è stato inoltre recentemente denunciato dal rapporto della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), organo di monitoraggio del Consiglio d’Europa. Questo rapporto ha evidenziato i contenuti estremamente ostili che colpiscono chiunque, in Italia, sia coinvolto a vario titolo nella gestione delle questioni migratorie.

Magistratura democratica ha espresso preoccupazione non solo per le minacce ricevute, ma anche per la mancanza di sostegno istituzionale. In particolare, ha criticato la scelta dei consiglieri di Magistratura indipendente, che si sono rifiutati di sottoscrivere la richiesta di apertura di una pratica a tutela dei giudici del Tribunale di Roma. Md ha definito questa omissione come “di straordinaria gravità”, considerando il clima di intimidazione che sta caratterizzando questa fase della vita pubblica.

L’associazione ha infine ribadito la sua solidarietà nei confronti dei magistrati coinvolti, sottolineando l’importanza di proteggere chi svolge il proprio dovere giudiziario e richiamando alla responsabilità coloro che, con le loro azioni e parole, alimentano il discredito e l’odio verso le istituzioni e le persone.

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