in

Multe, nuovo accordo Ue contro l’impunità degli automobilisti transnazionali

Roma, 13 marzo 2024 – Il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo preliminare per affrontare il problema dell’impunità e delle multe degli automobilisti che commettono infrazioni stradali in un paese diverso da quello di residenza, utilizzando veicoli con targa straniera. Questo annuncio è stato reso noto dalle istituzioni dell’Unione Europea, evidenziando un passo significativo verso una maggiore sicurezza stradale nel contesto transnazionale.

multe

Multe, nuovo accordo Ue per le sanzioni fuori dalle frontiere

Secondo quanto riportato in una nota emessa dall’Europarlamento, le norme aggiornate mirano a estendere l’elenco delle violazioni al codice della strada commesse da conducenti non residenti, che attiveranno la cooperazione transfrontaliera e potranno comportare multe per gli automobilisti pericolosi. Oltre alle già note violazioni come l’eccesso di velocità, la guida in stato di ebbrezza o il passaggio al semaforo rosso, saranno perseguite anche altre infrazioni come il parcheggio in zone proibite, i sorpassi pericolosi, l’omissione di soccorso e l’ingresso in aree a traffico limitato.

Attualmente, secondo quanto riportato dalla nota del Parlamento Europeo, circa il 40% delle violazioni transfrontaliere rimane senza conseguenze legali. Questo accordo, pertanto, rappresenta un passo avanti significativo nel garantire una maggiore responsabilità per i conducenti che trasgrediscono le leggi stradali in territori diversi dal proprio. L’intesa raggiunta tra il Consiglio e il Parlamento Europeo aggiorna e completa la direttiva del 2015 sullo scambio di informazioni tra le autorità nazionali competenti. Tuttavia, per entrare in vigore, l’accordo dovrà essere formalmente approvato da entrambe le istituzioni dell’Unione Europea.

>> Tutte le notizie di Stranieri in Italia

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 2 Media: 1]

Economia: +42,7% di imprese migranti in Italia tra il 2011 e il 2022

Via libera dell’Eurocamera alla direttiva sul permesso unico soggiorno-lavoro: cosa cambia