Roma, 17 novembre 2020 – Secondo l’ultimo rapporto Istat su natalità e fecondità in Italia, i figli nati da genitori italiani e stranieri del 2018 sono stati il 22% del totale. Quelli da entrambi genitori stranieri, invece, dopo un incremento durato per un lungo periodo, sono diminuiti di 14 mila unità in soli sei anni. Il calo è dovuto a diversi fattori: al primo gennaio 2019, le donne residenti in Italia tra i 15 e i 29 anni erano poco più della metà di quelle tra i 30 e i 49. Rispetto al 2008 le donne tra i 15 e i 49 anni erano oltre un milione in meno. Questo, per ovvi motivi, ha comportato, in assenza di variazioni della fecondità, meno nascite. Il numero, tuttavia, si modifica anche per l’aumento di acquisizioni della cittadinanza italiana, che di conseguenza non fa inserire i figli nell’elenco dei bambini stranieri nati in Italia.
Natalità in Italia, il 22% dei neonati è figlio di famiglie straniere o miste
Dallo studio emerge che i figli di genitori misti o stranieri nascono soprattutto al Centro-Nord del Paese, in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Liguria e Toscana. Analizzando il quadro generale, poi, sottolinea che la diminuzione delle nascite non è un fenomeno legato solamente agli immigrati, ma a tutti i cittadini italiani. Continuano a diminuire, infatti, le nascite all’interno del matrimonio: quasi 19 mila in meno nel 2018, e addirittura 166mila in meno rispetto al 2008. Tra il 2012 e il 2018, poi, sono diminuiti anche i nati con almeno un genitore straniero: ne sono stati registrati circa 11 mila in meno. Sul totale, queste nascite, costituiscono il 22% e registrano una riduzione di oltre 2.600 unità solamente nell’ultimo anno in analisi.
Per la prima volta, infatti, i nati da genitori stranieri nel 2016 sono scesi a 70mila (69.379), e si sono fermati a 65.444 nel 2018, il 14,9% sul totale dei nati. Questo anche perché le donne straniere residenti stanno, come le italiane, “invecchiando”: la quota di 35-49enni sul totale delle cittadine straniere in età feconda è passata dal 42,7% del 1° gennaio 2008 al 52,7% del 1° gennaio 2019.
Come si legge nel testo, “la dinamica migratoria si è attenuata con la crisi degli ultimi anni, pur restando positiva come avviene ormai da oltre venti anni. In Italia, inoltre, sono sempre più rappresentate le comunità straniere caratterizzate da un progetto migratorio in cui le donne lavorano e mostrano minori livelli di fecondità in Italia. È il caso delle donne ucraine, moldave, filippine, peruviane ed ecuadoriane, che hanno alti tassi di occupazione, prevalentemente nei servizi alle famiglie. Anche per queste ragioni il contributo delle cittadine straniere alla natalità della popolazione residente si va lentamente riducendo”.
Natalità in Italia, la diminuzione è dovuta anche alle acquisizioni di cittadinanza
I bambini nati da genitori stranieri in Italia, quindi, dal 2012 al 2018 sono diminuiti di 14.500 unità. Come riporta l’analisi, “il crescente grado di “maturità” dell’immigrazione nel nostro Paese, testimoniato anche dal notevole aumento delle acquisizioni di cittadinanza italiana. Rende però sempre più complesso misurare i comportamenti familiari dei cittadini di origine straniera. Si riscontra, infatti, un numero rilevante di acquisizioni di cittadinanza proprio da parte di quelle collettività che contribuiscono in modo più cospicuo alla natalità della popolazione residente.”
Al 1° gennaio del 2018, infatti, risiedono in Italia circa 1 milione 345 mila stranieri che hanno acquisito la cittadinanza. Di questi, le donne sono quasi 757 mila, circa il 56,3% del totale. Di loro, circa 389 mila ha un’età compresa tra i 15 i 49 anni. Le donne di origine marocchina sono 84mila, quelle di origine albanese oltre 82mila e quelle di origine rumena quasi 53mila. In generale, queste collettività rappresentano più o meno il 29% del totale delle acquisizioni di cittadine straniere, con quote in età feconda pari a 54,7%, 63% e 65,3%.
Un neonato su cinque al nord ha entrambi i genitori stranieri
Analizzando le nascite tra i bambini stranieri iscritti all’anagrafe, emerge che al primo posto ci sono i piccoli rumeni (13.530 nati nel 2018), seguiti da marocchini (9.193), albanesi (6.944) e cinesi (3.362). Come sottolineato in precedenza, al Nord l’incidenza delle nascite da genitori stranieri è più significativa rispetto al resto d’Italia: 20,7% nel Nord-est, 21% del Nord-Ovest. Si presenta, infatti, in misura minore nelle Regioni del Centro (17,5%), e ancora inferiore nel Mezzogiorno (6% al Sud e 5,6% nelle Isole). Nel 2018, poi, un neonato su quattro in Emilia Romagna era di cittadinanza straniera, il 24,3%. Quasi il 22%, invece, in Lombardia, e un bambino su cinque in Veneto, Liguria, Toscana e Piemonte.
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