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Onu. Razzismo: progressi ma ancora problemi in Italia

Sotto accusa la diffusione dei discorsi razzisti, la complessa legge sulla nazionalità e la situazione delle comunità Rom e Sinti

GINEVRA, 22 febbraio – Progressi ma anche problemi da risolvere in Italia sul fronte della lotta al razzismo.

Nelle conclusioni preliminari al termine dell’esame periodico dell’Italia a Ginevra, il Comitato dell’Onu per l’eliminazione della discriminazione razziale ha evidenziato alcuni punti deboli quali la diffusione dei discorsi razzisti, la complessa legge sulla nazionalità e la situazione delle comunità Rom e Sinti.

Il sistema giudiziario italiano dovrebbe più reattivo, in particolare per quanto concerne la possibiltà di ottenere riparazioni e specialmente per le minoranze, ha affermato Answar Kemal, uno dei 18 esperti del Comitato e relatore per l’esame del rapporto dell’Italia. "C’é inoltre bisogno di un un’istituzione nazionale indipendente dei diritti umani e di rafforzare l’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscrimiazioni razziali", ha aggiunto.

Kemal ha espresso preoccupazione per i discorsi razzisti nei mass media e di esponenenti politici ed ha evocato un codice di condotta. "Un’altra preoccupazione è la legge sulla nazionalità che deve essere semplificata". Anche la situazione di Rom e Sinti desta inquietudine. Rom e Sinti "devono poter godere della piena protezione della società e il governo italiano ha un ruolo da svolgere", ha affermato Kemal evocando alcuni passi positivi ma anche sviluppi negativi su tale delicato fronte. In generale in Italia, "a causa dell’aumentata immigrazione, c’é una preoccupazione tra il pubblico ed una minoranza ha adottato un discorso intollerante.

Gli Italiani, una grande civiltà, devono decidere come affrontare questi discorsi", ha poi aggiunto Kemal parlando con alcuni osservatori. L’esame periodico è obbligatorio per tutti i 173 Paesi che hanno aderito alla Convenzione internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale ed è un meccanismo destinato a valutare le misure adottate dai Paesi per adeguarsi alle disposizioni della Convenzione. Oltre all’Italia, in questa sessione i diciotto esperti del Comitato esamineranno i rapporti periodici di Figi, Stati Uniti, Belgio, Nicaragua, Moldova e Repubblica dominicana. Le conclusioni del Comitato sono attese il 7 marzo, ultimo giorno della sessione.

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Rassegna immigrazione 22/02/2008