Palermo, 13 dicembre 2018 – Il capitano e il capo della missione della “Open Arms”, la ong che si occupa di soccorso e salvataggio di migranti nel Mediterraneo devono rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza privata ai danni del ministero dell’Interno. È quanto contenuto nell’avviso di conclusione delle indagini notificato oggi pomeriggio dalla Procura di Ragusa. “La continua criminalizzazione delle ONG che da anni viene messa in atto con il chiaro obiettivo di eliminare testimoni scomodi in grado di denunciare le violazioni dei diritti umani nel Mar Mediterraneo – si legge in una nota di Open Arms – fa oggi un ulteriore passo in questa direzione.Ci sorprende che a fronte di accuse tanto gravi nei nostri confronti, ci sia invece un assoluto silenzio riguardo alle violazioni delle convenzioni internazionali. Ci sorprende che anziché difendere il diritto delle persone salvate di essere sbarcate nel porto sicuro più vicino, ci si accusi di non averle riconsegnate alle autorità libiche e alle violenze e agli abusi, testimoniati dai rapporti di UNHCR e Onu, a cui erano sottoposti. Denunciamo con fermezza, ancora una volta, le politiche di colpevolizzazione delle ONG che da anni si battono per la difesa della dignità e della vita delle persone, diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, di cui proprio ieri si festeggiava il settantesimo anniversario. Continueremo a lavorare e a batterci affinché nessun individuo venga lasciato alla deriva, affinché i principi che hanno fondato l’Europa non vengano calpestati e traditi”.
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Open Arms: attività Ong continuamente criminalizzata
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