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Pansa (Polizia): “Meglio riformare che abolire reato di clandestinità”

Roma, 11 gennaio 2015 – Per le forze dell’ordine sarebbe meglio che il reato di clandestinita’ fosse riformato, piuttosto che abolito: lo pensa il capo della polizia, il prefetto Alessandro Pansa.

“E’ preferibile probabilmente che venga riformato con un meccanismo che renda piu’ agevole la gestione degli immigrati immigrati che transitano nei nostri confini in maniera illegale, in modo da poter gestire meglio l’attivita’ investigativa”, ha detto Pansa ai giornalisti, da Firenze, durante una visita a Palazzo Vecchio alla mostra di immagini del calendario della polizia.

“Allo stato non e’ un grande problema, il problema reale, principale, e’ dato dal fatto che allo stato intasa le attivita’ delle procure”, ha spiegato Pansa, sottolineando: “Pero’ e’ anche indispensabile in questo momento che il nostro Paese lanci qualche segnale dissuasivo, per far capire che noi gestiamo il problema immigrazione con umanita’, correttezza, rispetto delle regole nazionali e internazionali, ma lo gestiamo con grande vigore, quindi l’opportunita’ di comunicare meglio la trasformazione di questa norma e’ sicuramente molto importante ai fini della percezione della sicurezza”.

Pansa e’ anche intervenuto sul fronte sicurezza e la vicenda di Colonia, sottolineando che “preoccupa il rischio emulazione”. “Abbiamo una valutazione in questo momento della presenza degli stranieri nel nostro Paese che e’ sicuramente percepita con minore insicurezza rispetto ad altre citta’”, ha fatto notare il capo della polizia, aggiungendo: “La radicalizzazione dei rapporti tra i cittadini e gli stranieri nel nostro Paese non si sta spostando verso forme di xenofobia o di una sorta di arabofobia, come sta avvenendo in altre parti dell’Europa. E questo e’ un approccio propedeutico ad una migliore interrelazione e quindi una possibilita’ di evitare che episodi cosi’ gravi accadano anche nel nostro Paese. Comunque siamo particolarmente attenti e la vigilanza sul territorio continua a essere rafforzata proprio per evitare che anche piccoli episodi possano diventare un modello per ispirare qualcun altro a comportarsi nello stesso modo”. “L’episodio di Colonia – ha concluso Pansa – mi preoccupa solo per il rischio emulazione”.

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