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Piantedosi: “Contrastare i flussi incontrollati e la rete dei trafficanti”

L’intervista del Ministro Piantedosi al quotidiano il Corriere della Sera di Fiorenza Sarzanini

Prima la reazione durissima contro chi accusava i soccorritori di essere intervenuti in ritardo causando la morte di decine di adulti e bambini, ieri la frase che lo ha fatto finire al centro delle polemiche: «La disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli».

Ministro Piantedosi, ma lei davvero pensa questo?

«Io penso che il messaggio debba essere chiaro: chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli Stati ad offrire la via di uscita al loro dramma».

Ma si tratta di persone che non hanno nulla oppure che hanno perso tutto.

«Sono andato subito sul luogo della tragedia per testimoniare il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai superstiti a nome mio e di tutto il governo. E per questo dico che per occuparci concretamente della disperazione delle persone, e non a chiacchiere, così anche da evitare simili naufragi, ci siamo mossi sin dal nostro insediamento intensificando i corridoi umanitari con numeri (617 persone) che mai si erano registrati in un così breve lasso di tempo. In soli due mesi abbiamo anche approvato il decreto flussi che consentirà l’ingresso regolare di 83.000 persone».

Le opposizioni la accusano di disumanità. Crede realmente di bloccare chi parte?

«I nostri sono fatti, e non dichiarazioni ipocrite, con cui intendiamo fare il possibile per fermare le partenze ed evitare altre tragedie».

Lo ripeterà anche in Parlamento dove chiedono che riferisca?

«Rispondere in Parlamento sarà l’occasione per illustrare ancora una volta una linea politica chiara che intende contrastare i flussi incontrollati e la rete dei trafficanti. Il resto sono vuote strumentalizzazioni di chi non è riuscito finora ad offrire reali alternative ad illusori viaggi della speranza che mettono in pericolo vite umane».

A Cutro c’è stato ritardo nei soccorsi?

«Non c’è stato alcun ritardo. Ho presieduto la riunione a Crotone e so che sono stati fatti tutti gli sforzi possibili in condizioni del mare assolutamente proibitive. Per questo voglio ringraziare il personale che, mettendo a rischio la propria vita, interviene quotidianamente per salvare i migranti in difficoltà su barconi alla deriva e che navigano in condizioni di grave pericolo. È estremamente offensivo anche solo adombrare che abbiano derogato agli obblighi e alla innata vocazione».

II presidente Mattarella, la presidente Meloni e lei avete rivolto un appello all’Europa. Sinceramente crede che l’Ue possa trovare un accordo?

«Esiste sempre di più la consapevolezza che la cooperazione internazionale deve essere di comune interesse di tutti i Paesi membri e non solo di quelli di primo ingresso. Anche grazie alle pressioni che stiamo facendo si può intravvedere un primo segnale di cambiamento di linguaggio e prospettiva. Il giudizio definitivo lo daranno i fatti, ma io mi auguro possano essere tangibili al più presto».

E intanto?

«Confidiamo di ottenere al più presto risultati positivi dalle molteplici iniziative bilaterali che abbiamo avviato con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, di origine e transito dei flussi. E poi stiamo considerando un riallineamento normativo ad altre legislazioni europee su settori importanti come quello dell’asilo e dei rimpatri».

Quest’anno gli sbarchi sono raddoppiati, ma pochissimi migranti sono arrivati grazie alle Ong. Si può dire che il Codice non serve, anzi contribuisce ad aumentare il numero delle vittime?

«Tutt’altro. Nessuno ha mai pensato né affermato che l’applicazione di un quadro durevole di regole sui comportamenti in mare di navi private esaurisca la portata delle iniziative per mettere sotto controllo i flussi nel Mediterraneo. II codice serve eccome perché, proprio in un quadro di numeri crescenti, la percentuale degli sbarchi sulle nostre coste determinati da assetti navali di Ong si è sensibilmente abbassata. Non c’è alcun legame tra le nuove regole e il possibile aumento di morti in mare. Nella rotta presidiata dalle Ong non si è verificato alcun evento che non sia stato adeguatamente fronteggiato da Capitaneria e Guardia di finanza»

E il naufragio di Cutro?

«Chi mette questa tragedia in connessione con le nuove regole dice il falso, per ignoranza o malafede. E una rotta dove le Ong non ci sono mai state. In ogni caso la nuova legge non prevede alcun divieto di presenza sugli scenari o di interventi di recupero, li abbiamo semplicemente assoggettati a un quadro normativo anche di rilievo internazionale».

FONTE NEWS: Ministero dell’Interno

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