Roma, 4 dicembre 2024 – Un’operazione condotta dalla squadra mobile della questura di Cuneo ha portato alla denuncia di una sessantenne italiana per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La donna, residente a Cherasco e responsabile di un patronato Caf, è ora agli arresti domiciliari con l’accusa di aver predisposto, dietro compensi ingenti, kit postali per cittadini stranieri privi di titolo di permanenza in Italia.
Il modus operandi
Secondo quanto emerso dalle indagini, la donna avrebbe richiesto somme tra 1.500 e 3.000 euro a ciascun migrante per preparare documentazioni false, giustificando così la loro permanenza sul territorio nazionale. La frode sfruttava una lacuna procedurale: durante il periodo compreso tra la presentazione della domanda e il successivo rigetto da parte della Questura, i migranti potevano rimanere in Italia, anche se privi di requisiti.
Il procuratore di Asti, Biagio Mazzeo, che ha coordinato l’inchiesta, ha dichiarato: “I migranti venivano illusi di poter regolarizzare la propria posizione e, in questo senso, possono essere considerati persone offese.”
La truffa ai danni dei migranti
La maggior parte degli stranieri coinvolti, circa un centinaio, è di origine albanese. Le autorità sottolineano che la donna non era abilitata a svolgere le pratiche legali per l’immigrazione, rendendo le sue operazioni fraudolente. Le somme raccolte in modo illecito hanno portato al sequestro dei suoi conti bancari, nell’ambito delle misure disposte dalla Procura.
Conseguenze e implicazioni legali
L’operazione evidenzia un fenomeno preoccupante: il ricorso a reti illegali da parte di migranti che, spinti dalla necessità, diventano vittime di raggiri. Per la sessantenne si profilano accuse gravi, con possibili ripercussioni penali significative.