“Ue avrebbe dovuto costruire qualcosa di nuovo e invece ogni Stato tende a fare da sè. A musulmani chiediamo di condividere principi di cittadinanza”
Roma – 25 agosto 2016 – Per gestire i flussi dei migranti “l’Europa ha abbandonato l’Italia” e “si e’ giocata gran parte del suo futuro”. Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, a margine di un incontro al Meeting di Cl.
“Sull’immigrazione l’Ue si e’ gia’ giocato grande parte del suo futuro – ha spiegato Prodi -. Quando si pensa che la guerra di Libia sta durando piu’ della Seconda Guerra mondiale, ci si rende conto dei ritardi che abbiamo”, mentre “su un problema cosi’ concentrato un’Europa unita avrebbe potuto costruire qualcosa di nuovo”. L’Europa, secondo il presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli “deve avere una politica unica”.
Tra l’altro “l’immigrazione c’era prima delle guerre, ma prima era in qualche modo guidata, era un fenomeno gestito. Adesso con le guerre di Siria e Libia, si e’ creata la paura ed e’ diventata una tragedia”. L’emergenza della “Siria la Germania e’ riuscita in qualche modo a gestirla; ma l’Europa ha abbandonato l’Italia” dal momento che “adesso c’e’ un’unica via di transito non regolata”. Gli italiani hanno una “enorme responsabilita’ umana” di salvare vite umane “ma e’ un peso molto difficile sopportare”.
Temi toccati ieri dall’x presidente del Consiglio anche in un’intervista a Atlantide – ilsussidiario.net. “L’atteggiamento di fronte alla vicenda dei migranti – ha spiegato – e’ una cartina tornasole di un disorientamento generale che riguarda anche altri temi, come la politica bancaria e le politiche sociali. C’e’ una progressiva perdita di potere della Commissione europea e in generale delle strutture sovranazionali”.
“Ogni Stato tende sempre di piu’ a fare da sé. In questo modo si abdica alle idee di solidarieta’, di interdipendenza e di coesione che sono alla base della stessa idea di Europa. Naturalmente quello che sta accadendo nel campo delle politiche migratorie colpisce di piu’, perché siamo di fronte al dramma di migliaia di vite umane, a un fenomeno ‘speciale’ che imporrebbe risposte speciali”.
Prodi ha puntato il dito anche contro chi “ripropone il fantasma dell’invasione islamica”. “Non dobbiamo chiedere ai musulmani la rinuncia alla loro fede, ma essere inflessibili nell’esigere rispetto e condivisione dei principi di cittadinanza che sono a fondamento delle nostre societa’. Peraltro certe pulsioni radicali presenti nel mondo islamico, spesso generate da una concezione autoreferenziale e chiusa dell’appartenenza religiosa, non possono essere denunciate come causa della debolezza della nostra identita’”