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Profughi. Merkel e Hollande: “Ue solidale, superare il regolamento di Dublino”

I leader di Germania e Francia davanti all’Europarlamento. “L’enorme numero di rifugiati è un test di proporzioni storiche”

 

 

 

Strasburgo – 6 ottobre 2015 – Nell’affrontare la crisi dei profughi, l’Europa deve mettere in campo la solidarietà. Che vuol dire accogliere, ma anche dividere il peso dell’accoglienza tra tutti gli Stati Membri. Ecco perché il regolamento di Dublino, che impone allo stato di primo ingresso di farsi carico di chi chiede asilo, va superato. 

È il messaggio che la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande hanno ribadito oggi  intervenendo insieme davanti all’Europarlamento a Strasburgo.

“L’enorme numero di rifugiati – ha spiegato Merkel – è un test di proporzioni storiche. E consentire a queste persone una vita dignitosa nei loro Paesi d’Origine è una sfida Europea e globale”. 

“Dobbiamo resistere alla tentazione di ricadere in un’azione condotta dai governi nazionali. Proprio ora abbiamo bisogno di più Europa! Solo insieme avremo successo nel ridurre le cause che spingono queste persone a fuggire”. “Noi  possiamo proteggere con successo le nostre frontiere esterne, solo se facciamo qualcosa per affrontare le tante crisi che ci sono nei Paesi vicini”. 

La cancelliera ha quindi aggiunto che “programmi di rimpatrio europei  sono anche importanti”. E che “il processo di Dublino, nella sua forma corrente, è obsoleto”. “Mi impegno a lavorare a una nuova procedura che ottemperi a equità e solidarietà”.

Anche Hollande ma messo in guardia dalla tentazione dei paesi europei di “ritirarsi nei loro gusci nazionali”, che condanna l’Europa “all’impotenza”, invocando invece  un’Europa “estroversa”, capace di “riaffermare i semplici e chiari principi di solidarietà responsabilità e fermezza”.

 La solidarietà  andrebbe messa in campo, ha spiegato il presidente francese, nell’accoglienza dei profughi. Così come ci vuole fermezza di fronte alla “brutale violazione della legge internazionale” in Ucraina, e responsabilità nella lotta al terrorismo, “che minaccia l’anima del nostro continente”. 

“Davanti a queste sfide, io sono convinto che se noi non andiamo avanti con l’integrazione, noi ci fermeremo o faremo passi indietro” ha concluso l’inquilino dell’Eliseo. 

 

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