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“La musica nel cuore” dei poeti migranti

Una raccolta di poesia racconta in versi i sentimenti dei nuovi italiani, ponte tra due culture

Cuneo – 16 gennaio 2008 – “…Oh patria mia, se solo tu sapessi, quanto mi manchi, senza di te mi sento una rondine senza le sue ali”. Questi versi di Hassana El Hamraoui (marocchina), non hanno vinto alcun premio, ma fanno comunque parte della raccolta “La musica nel cuore”. Un centinaio di pagine raccontano in rime i sentimenti dei migranti che hanno partecipato al concorso di poesia riservato ai nuovi cittadini, proposto e guidato dall’associazione “Mosaico” di Bra, in Provincia di Cuneo.

Non c’è stata competizione. Perché ci sono sì vincitori, ma non vinti. I partecipanti si sono aggiudicati una vittoria comune: quella per aver tratto il meglio da due culture che li appartengono. Provengono da numerosi Paesi: Romania, Marocco, Bulgaria, Albania, Senegal, Colombia, Perù, Filippine, Cina, Serbia, Ecuador, Congo. I più vari anche i temi da loro affrontati. Parlano della vita, dell’amore, della patria, della famiglia, di destino e di malinconia, di pace e di sogni.

La raccolta di poesia è definita da Raffaella Botto del giornale “Di tutti i colori”, tra le coordinatrici del progetto, “una testimonianza di amicizia”. “Con questi migranti – racconta – da anni abbiamo condiviso la vita delle associazioni, i laboratori interculturali, i corsi di italiano, gli eventi, le manifestazioni, le cene “interetniche” e i pranzi in famiglia, le gite nei dintorni, le celebrazioni culturali e religiose. Con loro abbiamo condiviso rabbia per le ingiustizie, gioia per i successi, delusioni per i fallimenti e speranze per una vita migliore per tutti”.

Partendo dalla convinzione che conservare la propria lingua madre è molto importante, il concorso ha previsto due sezioni: una per gli scritti in italiano e una per quelli nella lingua d’origine, con traduzione a fianco. “Questo non solo perché molti immigrati non hanno ancora una conoscenza adeguata dell’italiano, – ha spiegato Raffaella Botto – ma anche perché pensiamo che i sentimenti nascano e abitino soprattutto nella lingua che ci ha nutriti. Molti conoscono benissimo l’italiano e hanno fatto la traduzione loro stessi, altri l’hanno fatta insieme a noi e l’abbiamo segnalato”. Un’ulteriore suddivisione ha separato i poeti giovani da quelli adulti.

Sono state 28 le opere premiate con libri, offerti da enti e associazioni. Per il primo posto della sezione in lingua italiana “giovani” c’è stato un ex aequo di due romeni, Roxana Drincā e Alexandru Radu. Primo tra gli adulti, ancora un romeno, Rodivi. Per la sezione lingua straniera “giovani” i primi premi sono stati assegnato a Jakni Soukaina (Marocco) e alla senegalese Fatima Gadiaga. Tra gli adulti, davvero numerosi i premiati tra cui l’albanese Mimoza Sali, i marocchini Rabia Laâyali e Abdoul Al Walaf , la bulgara Rositsa Tsvetanova.

Proprio quest’ultima ha parlato a nome di tutti i migranti durante la cerimonia di premiazione all’Auditorium di Bra, raccontando l’esperienza condivisa. “Noi non siamo professionisti – ha detto Rositsa Tsvetanova – le nostre poesie non sono perfette, spesso ci mancano le parole giuste, talvolta il loro ritmo zoppica e singhiozza, ma le emozioni e i sentimenti che esprimono sono veri. Sono commossa non solo perché ho visto i miei versi stampati, ma anche perché per la prima volta mi sento davvero come una particella della società italiana. Oggi, io cosiddetta straniera, una senza nome, una senza storia, una quasi invisibile, mi sento rinata, mi sento proprio nel centro del mondo, e questo centro è Bra.

 
Antonia Ilinova
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