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“Una negra non può prendere 10”, razzismo tra i banchi di scuola

In un istituto tecnico di Pisa, insulti anonimi a una studentessa modello. "Mi hanno scritto anche che una negra non può diventare avvocato"

 
Pisa – 18 maggio 2015  –  Libri e quaderni strappati durante la ricreazione, lettere piene di ragionamenti e insulti razzisti. Vittima: una brava studentessa figlia di immigrati, carnefici: uno o più oscuri giovani razzisti che l’hanno presa di mira. 
 
Succede a Pisa, in un istituto tecnico. La ragazza ha 14 anni è di origini senegalesi. Dopo una sfilza di bei voti negli ultimi scrutini, è però iniziata una persecuzione condita di insulti, con sei lettere anonime infilate di nascosto nel suo diario. Uno per tutti: “Non si è mai vista una negra che prende 10 a Diritto”. 
 
Il padre della studentessa, un operaio 56 enne che vive da 15 anni in Italia, ha deciso di intervenire, rivolgendosi ai suoi compagni e alla scuola, che ne ha discusso in un consiglio d’istituto, ma anche ai carabinieri. 
 
“Sono andato in classe a parlare con i ragazzi”  ha raccontato l’uomo a il Tirreno. “Nel mio discorso ho cercato di essere conciliante. ‘Per me siete tutti miei figli’ ho detto. Nessuno si è scomposto. Era come se la storia riguardasse qualcun altro”.
 
“È una situazione che mi fa stare male – si sfoga la ragazza – perché sapere che in classe c’è gente che pensa queste cose di me è davvero doloroso. Hanno anche scritto che non esiste che una negra possa diventare avvocato”.
 
“Diciamo che al 50 per cento è invidia e l’altro 50 razzismo, ma ora la devono smettere” dice il padre. I carabinieri indagano e, considerando che due delle lettere sono state scritte a mano, non dovrebbe essere difficile risalire agli autori. Meglio se uscissero fuori da soli, chiedendo scusa. 
 
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