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“Via i bimbi rom dalla scuola”. E la camorra bruciò il campo nomadi

In manette a Napoli esponenti del clan Casella – Circone. La loro mano dietro i roghi delle baracche di via Gianturco nel 2010

Roma  – 10 luglio 2012  – C’era la mano della camorra dietro il rogo che il 2 dicembre 2010 distrusse un campo nomadi in via Gianturco, a Napoli.

Stamattina i carabinieri della compagnia di Poggioreale e i poliziotti della squadra mobile, Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno condotto un blitz contro i clan Casella – Circone. Ventiquattro gli arrestati, con accuse, a vario titolo,  di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione e danneggiamento seguito da incendio, aggravate dal metodo mafioso e da finalità di odio razziale.

Secondo gli inquirenti, gli uomini del clan hanno fatto estorsioni a imprenditori della zona e a personaggi dediti alla ricettazione e al riciclaggio di auto rubate.

Inoltre, appiccarono il fuoco all’accampamento rom per costringere gli occupanti a fuggire ed evitare che i bambini continuassero a frequentare una scuola elementare della zona. I raid, definiti  “vili e feroci” dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo sarebbero scattati su “richiesta” dei genitori di alcuni alunni della scuola, che già avevano fatto invano pressioni sul direttore perché allontanasse i figli dei rom.

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