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“Volevamo una forte emozione”

Confessano gli aggressori di Nettuno. Cercavano "un gesto eclatante" dopo una notte di alcool e droga

Roma – 2 febbraio 2009 –  "Volevamo fare un gesto eclatante, provare una forte emozione per finire la serata”.  È la confessione di uno dei tre giovani (16, 28 e 19 anni), tutti incensurati, che la notte tra sabato e domenica hanno picchiato e dato fuoco a Sinhg Navte, un cittadino indiano senza fissa dimora che dormiva nella stazione di Nettuno.

”Cercavamo un barbone a cui fare uno scherzo, uno che dorme in strada, non per forza un romeno, un ragazzo di colore, solo uno a cui dare una lezione” ha detto il più giovane ai carabinieri, che hanno ricostruito la notte del branco. Ore passate a vagare in macchina per le strade di Nettuno e a sballarsi di alcool e droga fino al tragico epilogo.

I tre sono arrivati alla stazione e hanno aggredito  Navte, chiedendogli soldi e insultandolo. Poi si sono allontananti, hanno riempito di benzina una bottiglia e sono tornati. Qui hanno imbrattato di vernice grigia il volto della loro vittima, quindi l’hanno cosparsa di benzina e le hanno dato fuoco. Poi sono fuggiti.

Sinhg Navte è ora ricoverato al S. Eugenio di Roma, con il 40% del corpo coperto da ustioni di terzo grado. Non corre più pericolo di vita, ma la prognosi rimane riservata e si porterà per sempre addosso i segni della notte folle dei tre di Nettuno.

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