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Razzismo. Boateng: “Non me ne vado per 4 razzisti. Ma per quei buu stavo per partire”

Il centrocampista rossonero torna per un giorno a Berlino con i fratelli, e dice: Il razzismo? non posso e non voglio cambiare aria per colpa di quattro-cinque deficienti"

Milano, 26 aprile 2013 – Kevin Prince Boateng vede il Milan nel suo futuro, ma fino a pochi mesi fa la situazione rischiava di precipitare. Colpa di quell'episodio accaduto a Busto Arsizio, dove il centrocampista ghanese subì cori razzisti da qualche tifoso della Pro Patria che lo portò ad abbandonare il campo.

Ecco uno stralcio dell''intervista pubblicata oggi su la Gazzetta dello Sport.

La questione degli insulti razzisti però si ripropone ciclicamente. Non ha mai pensato 'Me ne vado in un posto più civile'?
"E’ successo, l’ho anche detto: "Ora basta, vado via". Ma era frutto della frustrazione e dell’emozione del momento. Sono davvero triste nel vedere e sentire ancora cose così. Ti chiedi perché deve succedere. Ma non posso e non voglio cambiare aria per colpa di quattro-cinque deficienti".

L’ultimo episodio a Torino è costato alla Juve 30 mila euro. Si aspettava una squalifica, il pugno duro?
"Non sta a me dire come deve essere punita, quanto deve pagare. Per me è importante che si sia capito che la cosa è grave, e che quei deficienti vanno fermati".

Balotelli in passato ha detto che servirebbe un Obama italiano per cambiare le cose…
"Mmmm, secondo me dovrebbe farlo Mario, il presidente…".
 

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