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Rc auto. Commissione Ue: “No a tariffe più alte per gli immigrati”

“Discriminazione ingiustificata, contraria al diritto comunitario”. Il parere di Bruxelles dopo le sollecitazioni dell’Asgi

Roma – 11 maggio 2012 – Guidatori non si nasce, si diventa. Abilità e prudenza al volante sono frutto dell’esperienza, la cittadinanza non c’entra, quindi imporre agli immigrati tariffe rc auto più alte rispetto agli italiani è una discriminazione ingiustificata.

È il parere della Commissione Europea, interpellata dall’Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione sulle maggiorazioni previste da molte compagnie italiane per i clienti stranieri.

Asgi e Avvocati per Niente, attraverso dei ricorsi antidiscriminazione conclusi con accordi extragiudiziali, hanno già  convinto compagnie come  Genialloyd, Zurich, Zuritel spa e Quixa a fare marcia indietro. Il fenomeno, però, è ancora diffuso e così  l’associazione si è rivolta a Bruxelles. Karel van Hulle, Capo Unità Assicurazioni e Pensioni della Direzione generale del Mercato Interno e dei Servizi- Istituzioni finanziarie, ha risposto che questa prassi appare contraria al diritto dell’Unione europea.

Prevedere un criterio di cittadinanza nella definizione del premi assicurativi, scrive van Hulle, “può rappresentare  una restrizione discriminatoria della libertà di fruire di un servizio che non appare giustificata, poiché la cittadinanza non ha (a differenza dell’esperienza di guida, ad esempio) un impatto sulla capacità di guida degli utenti e, quindi, non costituisce un fattore da prendere in considerazione nel calcolo dei premi assicurativi”.

Di conseguenza, secondo la Commissione europea, tale restrizione  appare in violazione dell’art. 56 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea poiché “si ricava dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia che le libertà fondamentali del trattato si applicano, in linea di principio, nel caso di ostacoli alla libertà di fruire di prestazioni derivanti da misure adottate da un’autorità pubblica nonché dalle pratiche di taluni organismi privati”.

Se poi le tariffe differenziate riguardano cittadini dell’Ue, come ad esempio i romeni, sono in contrasto  con la direttiva 2004/38/CE, recepita dall’Italia, sulla libertà di circolazione e soggiorno dei comunitari. Questa prevede che i cittadini dell’Unione e i membri del loro nucleo familiare devono godere di pari trattamento rispetto ai cittadini nazionali nel campo di applicazione del trattato.

Infine, la Commissione europea sottolinea  che il principio di parità di trattamento con i cittadini nazionali  nell’accesso ai beni e servizi a disposizione del pubblico, inclusi i servizi assicurativi, deve trovare applicazione anche nei confronti dei cittadini di Paesi terzi titolari del permesso di soggiorno UE per lungo soggiornanti. Quindi, chi ha la cosiddetta “carta di soggiorno”, “ha diritto di essere trattato come un italiano avente lo stesso attestato di rischio storico, per quanto riguarda l’assicurazione dei veicoli a motore”.

Ecco la lettera della Commissione Europea

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