“Assurda sovrapposizione tra penale e amministrativo. Per reagire alla tragedia di Lampedusa servono anche più fondi per accoglienza e Cie e una nuova legge navale”
Roma – 7 ottobre 2013 – Abolire il reato di clandestinità, aumentare le risorse per i centri di accoglienza e di espulsione, varare una legge che favorisca i pattugliamenti i soccorsi in mare.
Sono le tre proposte (secondo lui “responsabili e fattibili”)avanzate da Carlo Giovanardi “per reagire alla tragedia di Lampedusa”. E nelle intenzioni del senatore del Popolo delle Libertà dovrebbero segnare una strada diversa rspetto al “diluvio di demagogia” di questi giorni.
Giovanardi scrive che bisogna innanzitutto ''tornare alla impostazione originale della Turco-Napolitano, confermata dalla Bossi Fini, con l'abrogazione del reato contravvenzionale introdotto con la legge 94 del 2009, che sanziona penalmente il mero ingresso e soggiorno irregolare dello straniero”. Il reato di clandestinità crea infatti “una assurda sovrapposizione tra illecito amministrativo e illecito penale, da me inutilmente contrastato a suo tempo, come responsabile delle politiche familiari del Governo Berlusconi''.
''Non scrivere libri dei sogni ma trovare subito le risorse finanziarie – e' la seconda proposta – per ampliare i Centri di prima accoglienza e rendere agibili e vivibili i CIE, sia dal punto di vista di un dignitoso trattamento degli ospiti che da quello della effettivita' delle espulsioni, uscendo dalla logica perversa del risparmio, introdotta dal Governo Monti, che costringe poi a spendere milioni di Euro per chiudere e ristrutturare gli ambienti distrutti dalle rivolte”.
Infine, bisognerebbe ''impostare una legge navale che consenta di avere mezzi per pattugliate efficacemente le nostre coste, sia in funzione di sicurezza che di interventi umanitari, con un maggior immediato coordinamento della Marina, Guardia Costiera e mezzi navali delle varie forze di Polizia impegnate in quel Teatro''.