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Regolarizzazione. Il Viminale si adegua: “Ammesso chi ha la doppia espulsione”

Istruzioni agli Sportelli Unici per l’immigrazione: “Riesaminate le domande”. Ma se la pratica è già chiusa, deve essere il lavoratore straniero a chiedere di riaprirla

 

Roma – 26 maggio 2011 – Anche colf e badanti condannate per non aver obbedito a un ordine di espulsione hanno diritto a essere regolarizzate. Lo ha deciso qualche giorno fa il Consiglio di Stato e ora il ministero dell’Interno ordina agli Sportelli Unici dell’Immigrazione di adeguarsi.

Operazione difficile, a cavallo tra al zona Cesarini e il tempo già scaduto. La regolarizzazione è partita infatti nel 2009, e da allora sono in tanti i lavoratori stranieri che, per colpa di quella condanna, si sono visti bocciare la domanda di regolarizzazione. Alcuni hanno anche partecipato alle clamorose proteste dello scorso inverno su una gru a Brescia o su una ciminiera a Milano.

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato il Viminale corre però ai ripari, partendo dalle pratiche di regolarizzazione ancora aperte. Una circolare diramata due giorni fa dice che se la bocciatura non è stata ancora notificata, se è stata notificata da meno di 120 giorni, oppure se è stato presentato un ricorso, la domanda di regolarizzazione deve essere riesaminata. Se non ci sono altri ostacoli oltre alla doppia espulsione, arriverà il via libera alla regolarizzazione.

Il discorso cambia per le pratiche già chiuse, per le quali non è stato presentato ricorso o c’è stato un ricorso chiuso con un’ulteriore bocciatura.  In questi casi, al Ministero “non sembra opportuna alcuna iniziativa d’ufficio, salvo espressa richiesta dello straniero”. In altre parole, lo Sportello Unico farà finta di niente, dovranno essere i lavoratori stranieri ad attivarsi, magari procurandosi anche un avvocato, per mettersi finalmente in tasca un permesso di soggiorno.

A Milano, capitale della regolarizzazione con oltre quarantamila domande, lo Sportello Unico aspettava proprio indicazioni di questo tipo. Aveva infatti sospeso l’esame delle domande di regolarizzazione di chi era stato condannato per non aver obbedito a un foglio di via.

“Le sentenze dei Tar erano discordanti, ora il Consiglio di Stato ha preso una decisione definitiva e quindi, come spiega il Ministero dell’Interno, ci adegueremo” dice la dirigente Francesca Iacontini.  Un ulteriore carico di lavoro? “Relativamente piccolo, rispetto a quello che abbiamo gestito finora. Non ci saranno problemi, riesamineremo le domande e regolarizzeremo chi ne ha diritto”.

Scarica la circolare del Ministero dell’Interno agli Sportelli Unici per l’Immigrazione

Elvio Pasca

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