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Renzi: “Identifichiamo chi arriva, ma l’Ue pensi anche a rimpatri e redistribuzione”

Il premier: “Gli Italia farà la sua parte con gli hotspot, che sono sono solo una parte della soluzione. Anche il resto, però, va gestito a livello europeo”

 

 

Roma – 17 settembre 2015 –  Identificare subito chi sbarca in Italia, distinguendo i profughi dai migranti economici, non basta. Se l’Ue vuole gestire questa crisi a livello europeo deve anche farsi carico di rimpatriare chi non fugge da guerre o persecuzioni e di redistribuire tra tutti i Paesi membri quanti possono rimanere qui perchè hanno diritto alla protezione. 

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi risponde così ai nostri partner europei, a partire dalla Germania, che chiedono all’Italia di attrezzare i cosiddetti hotspot. “Gli hotspot sono un pezzo della soluzione, non ‘la’ soluzione” ha spiegato oggi, ricordando che il fenomeno dell’immigrazione ha bisogno “di più soluzioni“. 

Con gli hotspot “l’identificazione di chi entra in Italia viene fatta con criteri e personale europeo e quindi un pezzo della politica dell’immigrazione e’ gestito a livello europeo. Sono d’accordo, ma allora anche il tema dei rimpatri va gestito a livello europeo, e anche il tema della distribuzione sul territorio va gestito a livello europeo”.

“Detto questo – ha aggiunto il premier – di fronte a un fenomeno epocale siamo disponibilissimi a fare la nostra parte e a dare una mano: abbiamo passato una nottata a discutere della relocation e del superamento di Dublino, siamo pronti a discutere di tutto, siamo pronti agli hotspot, alle operazioni di rimpatrio e alla relocation”.

“Quello che a noi interessa – ha ribadito Renzi – è che la gestione non sia lasciata ai singoli Paesi Ue: l’abbiamo sempre detto, e se qualcuno ha cambiato idea siamo ben felici”

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