“Solo lo Sprar è calato nelle realtà territoriali e rispettta la dignità umana. Le ispezioni di Alfano fanno sorridere. Passare ad accoglienza diffusa e con piccoli numeri”
Roma – 15 settembre 2016 – “Se non fosse per la drammaticità della situazione, verrebbe da sorridere”.
Così l’Arci commenta le ispezioni disposta dal ministro dell’Interno Angelino Alfano sui Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo, dopo l‘inchiesta di Fabrizio Gatti sul CARA di Foggia pubblicata da l’Espresso. “Fa sorridere – spiega l’organizzazione in una nota – perchè a pensarci bene il Ministero dell’Interno dovrebbe ispezionare se stesso dato che gli attuali 10 CARA presenti sul territorio nazionale sono a gestione “quasi diretta” del Ministero stesso ed esulano dai due sistemi principali di accoglienza come i centri CAS o SPRAR che vedono coinvolte, più o meno attivamente, le comunità territoriali”.
Da anni Arci denuncia le “storture di un sistema d’accoglienza che non è sistema ma un insieme magmatico di modalità che non comunicano tra loro, in cui il solo sistema SPRAR pare davvero calato nelle realtà territoriali e quindi gestito, prima di tutto, nel pieno rispetto della dignità umana. Al contrario dei CARA, veri e propri parcheggi per essere umani, spesso fatiscenti e abbandonati, quasi sempre fuori da qualsivoglia contatto con la realtà che li circonda e, altrettanto spesso, oggetto degli appetiti più torbidi”.
Occorre quindi “chiudere immediatamente con questa ignobile idea di accoglienza e virare con coraggio ed esclusivamente sull’accoglienza diffusa e dei piccoli numeri. Una accoglienza pensata, organizzata e promossa insieme agli Enti Locali, uniche istituzioni in grado di farla diventare un terreno di opportunità anche per le comunità ospitanti, oltre che luoghi di vera e propria crescita e condivisione per i migranti accolti”.
“Foggia, Mineo, Brindisi, Crotone e gli altri CARA – ribadisce Arci – devono essere chiusi. Non ci siano in questo senso titubanze o mezze misure. Non può essere questa l’Europa che si richiama a Ventotene e a quegli straordinari valori”.