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Riforma cittadinanza, riprende il confronto alla Camera

Oggi di nuovo in Aula le nuove regole per diventare italiani. I vescovi: "Si allo ius soli"

Roma – 12 gennaio 2010 – Dopo la pausa natalizia, ricomincia oggi pomeriggio alla Camera la discussione sulla riforma della legge sulla cittadinanza. Un confronto che si annuncia in salita, considerata la distanza delle posizioni di partenza.

Il testo approvato in commissione affari costituzionali da Pdl e Lega inasprisce le regole attuali, introducendo ad esempio un corso propedeutico obbligatorio, mentre partito democratico e finiani propongono di diminuire i tempi per le naturalizzazioni e di facilitare l’acquisizione di cittadinanza per le seconde generazioni.

Per evitare uno stallo in Aula, la riforma potrebbe essere rimandata in commissione, dove ci sarebbe più tempo per cercare un’intesa, in particolar modo sulla  situazione dei minori. In questo modo la riforma potrebbe andare al voto solo in primavera, quando saranno ormai chiuse le urne delle regionali, e di conseguenza anche l’interesse di Lega e parte del Pdl ad alzare i toni contro gli immigrati.

Intanto , i vescovi italiani dicono “sì alla cittadinanza secondo lo ius soli”, che “certo deve essere offerta a condizioni particolari”. “Definire queste ultime non e’ compito della Chiesa ma della legislazione civile” ha detto oggi il presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, mons. Bruno Schettino.

“Siamo favorevoli – ha aggiunto il prelato – alla formulazione di un principio di cittadinanza che preveda alcuni elementi di base come per esempio la conoscenza della lingua, della Costituzione, la residenza stabile sul territorio italiano”.

EP

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