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Rifugiati, solo 3 su 1000 in Italia. “Puntare ad accoglienza e integrazione”

Il dati del nuovo Rapporto sulla Protezione Internazionale in Italia. Biffoni (Anci): “Il richiamo alla paura non risolve il problema, allarghiamo lo Sprar”

 

 

Roma – 22 settembre 2015 – Quello dei profughi è un fenomeno mondiale, prima che italiano. Lo dicono i numeri, gli stessi secondo i quali aumentano le persone che cercano protezione nel nostro Paese, rendendo urgente una risposta adeguata in termini di accoglienza. 

Dall’inizio dell’anno al 14 settembre 2015 sono sbarcate in Italia  circa 121.500 persone, soprattutto eritrei, nigeriani, somali, sudanesi, siriani. Nei primi cinque mesi del 2015 sono state presentate circa 25mila domande di protezione internazionale. Nel 2014 le domande di protezione internazionale presentate in Italia sono state quasi 65mila (oltre 2500 da minori non accompagnati), con un forte aumento rispetto al 2013 quando sono state circa 27mila.

Sono dati del secondo “Rapporto sulla Protezione Internazionale in Italia 2015” (qui una sintesi) curato da Anci,Caritas italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Sprar in collaborazione con UNHCR, presentato oggi a Roma.

Il rapporto, spiega una nota dell’Anci,  evidenzia che sono circa 59.500.000 i migranti forzati nel mondo, di questi 8 milioni nel solo 2014. Sono, invece, 19,5 milioni i rifugiati fuori dal loro paese di origine, di cui l’86% (12.400.000) sono accolti dai paesi in via di sviluppo. Turchia, Pakistan,  Libano e Iran ospitano il 36% del totale dei rifugiati, ovvero 5.200.000 persone.

L’analisi evidenzia, inoltre che meno del 10% dei rifugiati arriva in Europa e di questi meno del 3% arriva in Italia, ovvero meno del 3 per mille del totale. 

Dal rapporto emerge ancora che nel 2014 sono state presentate nei 28 paesi membri dell‘Unione Europea 626.715 domande di protezione internazionale, con un incremento di quasi 200mila domande rispetto all’anno precedente. La Germania risulta il paese con la piu’ alta richiesta nell’Unione (202.815, pari al 32,4% del totale), incrementando il numero di domande del quasi 60% rispetto all’anno precedente.

La Germania e’ seguita a notevole distanza da Svezia (81.325), Italia (64.625), Francia (64.310) e Ungheria (42.775). I primi tre paesi per numero di domande accolte, vale a dire Germania, Svezia e Italia, coprono piu’ della meta’ (55,6%) di tutte le domande ricevute dall’Unione nel corso del 2014.

Confrontando i dati rispetto all’anno passato, e’ pero’ possibile notare come l’Italia registri la crescita maggiore di domande presentate (+142,8%), passando da 26.620 a 64.625, seguita da Ungheria (+126,3%, 18.900 contro 42.775) e Danimarca (+103,5%, 7.230 contro 17.715).

“Il fenomeno ha una complessità mondiale oltreché nazionale che può essere risolta non con il ‘richiamo alla paura’ ma tramite un sistema organizzato di accoglienza dove lo Sprar (Sistema di protezione per Rifugiati e richiedenti asilo ndr) funga sistema principale, in modo da mettere gli enti locali nelle condizioni di fare la propria parte in maniera funzionale e dignitosa” ha commentato il sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, Matteo Biffoni, durante la presentazione.  

“Ad oggi – ha ricordato Biffoni – nel sistema Sprar ci sono poco più di 20mila posti, a cui se ne aggiungeranno presto altri 10mila, a dimostrazione che la volontà comune è quella di passare finalmente verso un sistema organizzato e di sistema. Come Anci, l’intenzione è provare a lanciare lo Sprar in tutti i Comuni anche quelli di piccole dimensioni”.

Oltre al sistema di accoglienza, però, secondo il delegato Anci “è importante incidere sulla riduzione dei tempi di attesa per la presentazione della domanda di protezione internazionale e sulle relative decisioni. Inoltre è necessario affiancare strategie e programmi comuni per evitare le conflittualità sui territori e per accompagnare e favorire l’inserimento sociale ed economico per coloro che hanno avuto il riconoscimento dello status di  richiedenti asilo e rifugiati”.

Scarica 
Rapporto sulla Protezione Internazionale in Italia 2015 (Sintesi)

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