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Rimpatri. La Commissione europea: “Siano più umani, ma anche più efficaci”

Malmström: “Assicurare il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità”. Meno della metà degli espulsi torna davvero nel suo Paese d’origine. Bruxelles indica 5 azioni

Bruxelles – 31 marzo 2014 –  Umanità ed efficacia. Sono i due poli entro cui devono muoversi i rimpatri  degli immigrati irregolari secondo la Commissione Europea, che venerdì scorso ha adottato una comunicazione sulle politiche adottate nell’Ue, sui progressi realizzati e su sviluppi e obiettivi futuri.

Non basta più la direttiva rimpatri, adottata nel 2008 e recepita tre anni dopo anche in Italia. “Quella direttiva,  oltre a influenzare positivamente la legislazione e le prassi nazionali, è stata una molla di cambiamento per quanto riguarda la partenza volontaria e il monitoraggio del rimpatrio forzato. Ha contribuito a ridurre complessivamente il periodo di trattenimento massimo in tutta l’UE e a promuovere soluzioni alternative” ha ricordato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni.

“Nonostante ciò, la situazione relativa al trattenimento in alcuni Stati membri desta ancora serie preoccupazioni. Dobbiamo pertanto proseguire gli sforzi per applicare una politica credibile e umana diffondendo pratiche che assicurino il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità di ogni singolo individuo, a prescindere dal suo status di migrante.”

Bruxelles chiede maggiore attenzione sulle condizioni di trattenimento, un ricorso in misura più sistematica a soluzioni alternative al trattenimento, l’istituzione di sistemi indipendenti di monitoraggio dei rimpatri forzati, più efficacia.

Quest’ultimo è un punto dolente, visto il divario tra il numero di persone nei confronti delle quali è stata emessa una decisione di rimpatrio (circa 484 000 nel 2012, 491 000 nel 2011 e 540 000 nel 2010) e quelle che hanno effettivamente lasciato l’UE (circa 178 000 nel 2012, 167 000 nel 2011 e 199 000 nel 2010). I problemi principali sono l’identificazione e la difficoltà di ottenere documenti dai Paesi d’origine.

La Commissione ha quindi  individuato cinque ambiti di azione principali:

"Assicurare un’attuazione adeguata ed efficace delle norme esistenti: la Commissione continuerà ad affrontare tutte le carenze individuate nella comunicazione insieme con gli Stati membri, prestando particolare attenzione all’attuazione delle disposizioni che la direttiva prevede per il trattenimento dei rimpatriandi, le garanzie e i mezzi di ricorso e il trattamento riservato a minori e ad altre persone vulnerabili nelle procedure di rimpatrio. Si avvarrà inoltre del meccanismo di valutazione Schengen per controllare il rispetto delle norme in materia di rimpatrio e per rafforzare il monitoraggio dei rimpatri forzati.

Promuovere pratiche più uniformi e compatibili con i diritti fondamentali: la Commissione adotterà un “manuale sul rimpatrio” contenente orientamenti comuni e le migliori pratiche. Sosterrà inoltre il Consiglio d’Europa nella codificazione di norme dettagliate sul trattenimento.

Promuovere ulteriormente il dialogo e la cooperazione con i paesi terzi: le questioni del rimpatrio e della riammissione continueranno ad essere affrontate sistematicamente, in modo equilibrato, in dialoghi di cooperazione con paesi terzi, come l’approccio globale in materia di migrazione e mobilità e i partenariati per la mobilità. Saranno intensificati gli sforzi per lo sviluppo delle capacità nei paesi terzi, ad esempio migliorando la capacità di fornire ai rimpatriati assistenza e aiuto per il reinserimento.

Migliorare la cooperazione operativa tra Stati membri in materia di rimpatrio: la Commissione utilizzerà la rete europea sulle migrazioni come piattaforma di cooperazione, con l’intento prioritario di raccogliere e condividere informazioni sul rimpatrio volontario.

Rafforzare il ruolo di FRONTEX in materia di rimpatrio: è necessario potenziare il ruolo di coordinamento delle operazioni di rimpatrio congiunte di Frontex, garantendo il rispetto delle norme comuni sul trattamento umano e dignitoso dei rimpatriati. È opportuno inoltre organizzare corsi di formazione sulle questioni connesse al rimpatrio".

Scarica la comunicazione della Commissione Europea
 

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