Roma, 28 settembre 2018 – Mentre i numeri dei rimpatri calano rispetto all’epoca Minniti, Matteo Salvini vola a Tunisi per rimediare a un’offesa imbarazzante. E ci riesce solo in parte. Il danno l’aveva fatto a giugno: una sua battutaccia sulla Tunisia (“Spesso e volentieri esporta in Italia galeotti”) aveva scatenato un incidente diplomatico con il governo nordafricano. Ieri – durante la sua prima visita ufficiale nel paese – ha scoperto che l’eco delle sue parole non si è ancora spento del tutto.
Al termine degli incontri con il presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi e con il ministro dell’Interno Hichem Fourati, si è diffusa la notizia che primier si fosse rifiutato di incontrare Salvini.
Il ministro dell’Interno tunisino ha però poi smentito la notizia diffusa ieri su quasi tutti i media locali secondo la quale il primo ministro del Paese Nordafricano, Youssef Shahed, avrebbe rifiutato di incontrare il ministro dell’Interno italiano, ieri in visita a Tunisi, a causa delle sue dichiarazioni contro migranti tunisini. E’ quanto riporta il sito tunisino in lingua francese Business news. Secondo Business news, il ministro Fourati “si è sentito in obbligo di smentire questa informazione” alla radio a Shems FM, “assicurando che un incontro tra i due uomini non era previsto nel programma di visita della sua controparte italiana”. Secondo Fourati, “Matteo Salvini è arrivato in Tunisia per una breve visita, che comprendeva incontri tra i due capi dei ministeri degli Interni e con il Capo dello Stato, Beji Caid Essebsi”.
Salvini sperava di tornare da Tunisi con un accordo scritto sull’aumento dei rimpatri ma si è dovuto accontentare di una generica promessa di collaborazione: dall’Italia arriveranno aiuti economici, mezzi e addestramento in cambio di un contrasto più efficace alle partenze dei clandestini. Insomma un mezzo flop.
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Rimpatri. La visita di Salvini in Tunisia è un flop: nessun accordo scritto
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