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Salvini e il suo “blitz” a Lampedusa: ecco come giustifica la volontà di criminalizzare il soccorso

Roma, 31 agosto 2022 – Matteo Salvini si è presentato a Lampedusa per un “blitz”. Così, infatti, ha definito la sua visita: come se la sua fosse un’operazione militare a sorpresa volta a scoprire qualcosa. E che cosa ha trovato? Esattamente quello che le associazioni, i volontari, le Ong e tutti i lavoratori del settore hanno sempre denunciato: una situazione drammatica. Il sovraffollamento dell’hotspot. La mancanza di un sistema di accoglienza in grado di gestire gli arrivi. Non è chiaro, perciò, cosa volesse dimostrare di preciso Salvini, se non la strumentalizzazione del tema immigrazione legato a quello della sicurezza.

Immigrazione Salvini Lampedusa

Sui suoi profili social Matteo Salvini ha pubblicato le immagini del centro di accoglienza di Lampedusa. Si vede il leader della Lega camminare tra le persone, salutare calorosamente le forze dell’ordine, disgustarsi per ciò che vedono i suoi occhi. Ogni tanto il video si ferma su alcuni migranti che tengono stretto in mano il loro cellulare, come a volerli accusare di non essere davvero delle persone bisognose di aiuto. D’altronde, hanno il cellulare. Mai, però, Salvini si ferma a chiedere a queste persone come sono arrivate fin lì, perchè hanno scelto di affrontare un viaggio così rischioso, così drammatico.

E così si capisce perfettamente il perché della sua visita: la necessità e l’interesse di spostare l’attenzione dal vero problema. La volontà di puntare il dito contro chi arriva, non contro un sistema che non è in grado di garantire accoglienza e integrazione. Semplificando in modo becero la questione: se le persone non vengono in Italia, non c’è bisogno di accoglierli. E quindi tanto vale ripristinare i decreti sicurezza, istituire un blocco navale, lasciarli morire in mare. Perchè di fatto di questo si parla.

“C’è una ondata di immigrazione clandestina come mai negli ultimi anni. E non è sopportabile. I decreti di sicurezza possono essere rimessi in vigore adesso, parliamo di realtà, e costano zero. Sono già stati sperimentati e hanno funzionato. Non capisco perché occorre inventarsi robe che non si sono mai applicate. C’è un ministro in carica che è la Lamorgese. Li vuole applicare? No. Allora, fra un mese la Lamorgese, se gli italiani sceglieranno la Lega, non sarà più ministro. Quindi al primo Consiglio dei ministri io riporterò i decreti sicurezza che hanno già funzionato. E funzionavano anche su antimafia, antidroga, antiusura. Poi il Partito democratico, per ideologia, li ha cancellati“, ha dichiarato in occasione della visita.

Sostanzialmente, quindi, Salvini vuole tornare a nascondere la polvere sotto al tappeto: se non li vediamo, se non arrivano, il problema non c’è. Peccato che l’alternativa possa essere la criminalizzazione del soccorso, la morte in mare o la detenzione nei lager in Libia. Ma questo, a Salvini, proprio sembra non interessare.

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