Roma, 18 febbraio 2022 – Con la sanatoria introdotta grazie al decreto Rilascio del 2020, secondo i dati del 30 settembre 2021, è stata data la possibilità di regolarizzare 137 mila rapporti di lavoro. Di questi, il 34% sono badanti, il 45,5% sono donne e il 58,8% ha meno di 40. Ma non è tutto: in realtà la sanatoria è stata sfruttata anche da molte persone di altri comparti per regolarizzarsi, trasformandosi così in una “porta di accesso” al mercato dell’impiego regolare.
Sanatoria decreto Rilascio, come sono cambiate le regolarizzazioni
A confermarlo è l’analisi dei dati Inps contenuta nel III Rapporto annuale Domina sul lavoro domestico redatto dall’Osservatorio che fa capo all’associazione delle famiglie datori di occupazione in Italia. Secondo il rapporto, su 125mila lavoratori emersi finora, il 9% ha infatti già cambiato mestiere. Da colf, badante, baby sitter è diventato dipendente d’azienda o si è messo in proprio. Si può dire quindi che la sanatoria del decreto Rilascio si sia rivelata funzionale alla regolarizzazione non solo dei domestici. Ma anche di tanti altri lavori. E questo nonostante non fosse il suo obiettivo primario. Tra l’altro, pare che il maggior numero di lavoratori giovani, gli under 40, siano stati regolarizzati in maggioranza al Nord. Sopratutto in Trentino Alto Adige (67%), Liguria (67%), Lombardia (65%) e Veneto (65%).
“Sono circa 120mila le famiglie datori di lavoro che hanno approfittato della sanatoria. Evidente l’importanza delle emersioni per la legalità, la sicurezza e i diritti di lavoratori e famiglie. È innegabile tuttavia anche il beneficio per lo Stato, in termini di nuovo gettito fiscale e contributivo”, ha infatti commentato Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina.
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