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Sbarchi. Crocetta (Sicilia): “Non urliamo che siamo invasi, non è vero”

Il governatore: “Come cacciare chi fugge dalla guerra? Servono fondi per i minori”. “Cittadinanza di fatto” per i figli degli immigrati nati in Sicilia

Roma – 29 agosto 2013 – Cittadinanza “di fatto” ai figli di immigrati nati in Sicilia. Un riconoscimento senza valore giuridico, ma simbolico.

È l’idea del governatore Rosario Crocetta. Che ieri ha annunciato: ''Predisporremo un apposito disegno di legge per il riconoscimento della cittadinanza di fatto. Istituiremo un registro siciliano, un modo per dare dignita' a queste persone, in attesa che i venti leghisti siano definitivamente sconfitti a livello nazionale''.

Ieri Crocetta ha ricevuto a Palazzo d'Orleans Alhagie e Lay, 22 e 23 anni, uno senegalese  el'altro gambiano, che due settimane fa hanno salvato un’anziana rimasta intrappolata tra le fiamme della propria abitazione ad Alcamo. "Un gesto che ha un forte valore simbolico, che da' un'importanza profonda al termine inclusione, ha commentato”.

“Questi due giovani – ha aggiunto il governatore siciliano – con il loro gesto coraggioso, che ha permesso probabilmente alla donna di salvarsi la vita, hanno onorato e reso grande il valore ed il significato di questa parola, rappresentando la Sicilia bella, che vogliamo incentivare e che ci piace".

Crocetta ha parlato anche degli sbarchi. "Se si sfugge da Paesi dove c'e' la guerra, oltre a essere un obbligo diritto nazionale, l'accoglienza verso queste persone lo prevede il diritto etico e la morale. Come possiamo cacciare persone che sfuggono dalla guerra?".

"Non puo' essere uno sforzo solo della Sicilia -ha proseguito- ma soprattutto rimane insoluto il tema dei minori non accompagnati. Prima il ministero finanziava la retta per questi minori, dall'ottobre scorso non avviene piu' con il risultato che ci troviamo con centri per minori che stanno andando in dissesto: e' una tema che voglio porre ad Alfano. Ma non urliamo che siamo invasi da immigrati perche' non e' vero".
 

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