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Sbarchi, l’Ue chiede più impegno alla Libia

Barrot: "Difficile venire incontro alle richieste di Tripoli". Gheddafi vuole fondi e mezzi per controllare le frontiere meridionali Roma – 8 aprile 2009 – Per fermare i viaggi della speranza, l’Unione europea chiede più cooperazione alla Libia, ma Gheddafi, secondo il commissario alla sicurezza Jacques Barrot, ha pretese troppo pesanti.

"La Libia chiede fondi e mezzi per sorvegliare il suo confine meridionale. Ma venire incontro a queste richieste è molto difficile. Non è certo che i paesi africani accettino che il fondo per i problemi legati all’immigrazione sia alimentato con fondi europei per lo sviluppo" ha detto ieri all’Afp Barrot, dopo un incontro a Bruxelles con l’ambasciatore libico Al Hadi Hadeiba.

Per il commissario Ue è importante puntare sui pattugliamenti marittimi dell’Agenzia Frontex, ma rimane il problema di cosa fare di chi viene fermato in Libia. "I libici – ha spiegato – dicono che queste persone arrivano da altri Paesi africani con i quali non hanno accordi, e quindi non possono rimpatriarli".

Barrot ha aggiunto che secondo le autorità di Tripoli ci sono circa due milioni di persone in territorio libico che vogliono emigrare in Europa. Inoltre, l’80% di quelli che tentano la traversata sarebbero entrati in Libia dal confine con il Niger.

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