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Scuola. Il giudice: “Il concorsone discrimina”. Ma non troppo

Il tribunale di Roma ammette anche una giovane croata alle prove preselettive per il reclutamento di dodicimila maestri e professori. Ma solo perché ha la carta di soggiorno ed è familiare di un cittadino comunitario. L’Asgi impugna la sentenza

Roma  – 17 dicembre 2012 – Iniziano oggi le prove preselettive del maxi concorso per il reclutamento di quasi dodicimila maestri e professori nelle scuole italiane. E grazie a una sentenza del tribunale di Roma potrà parteciparvi anche  N.B., una giovane “seconda generazione” da vent’ anni in Italia, laureata con lode in chimica alla Sapienza, ma di cittadinanza croata.

L’aspirante docente è titolare di una carta di soggiorno e familiare di un comunitario, ma non aveva potuto presentare domanda perchè il bando era aperto solo agli italiani e ai cittadini di Paesi dell’Unione Europea. Si era quindi rivolta al giudice insieme all’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione a alla Rete G2, puntando il dito contro “l’irragionevole differenza di trattamento tra lavoratori comunitari e non comunitari”.

Ora, si legge in un comunicato dell’Asgi, “il Tribunale di Roma ha dichiarato la natura discriminatoria della condotta tenuta dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca”. In particolare, il giudice ha ricordato che il familiare di cittadino dell’U.E. e il soggiornante di lungo periodo godono, ai sensi del d.lgs. 30/2007 e della direttiva comunitaria 109/2003, degli stessi diritti dei cittadini italiani anche riguardo all’accesso al pubblico impiego.

Quella regola non vale solo per le attività che implicano l’esercizio di potestà pubbliche. E tra queste, ha sottolineato il Tribunale, “non rientrano i posti di docente delle scuole pubbliche di ordine e grado …ed è evidente che il diritto di svolgere siffatte attività, nel caso in cui si accede per concorso, implica il diritto a partecipare alla relativa selezione”.

Il giudice ha quindi “ordinato all’Amministrazione di rimuovere gli effetti della discriminazione consentendo, senza indugio, alla cittadina extracomunitaria di partecipare alle prove preselettive fissate per il 17 e 18 dicembre”.

All’Asgi, però, non basta. L’obiettivo del ricorso non era aprire il bando solo ai titolari di carta di soggiorno o ai familiari di cittadini comunitari, ma a tutti i lavoratori extracomunitari. E così i legali dell’associazione si dicono “soddisfatti  per il risultato positivo conseguito”, ma annunciano anche che “proseguiranno l’azione giudiziale intrapresa”.

L’associazione spiega quindi che impugnerà la sentenza “nella parte in cui, richiamandosi ad una superata sentenza della Corte di Cassazione n. 2470/2006, già definita “isolata” dalla Corte Costituzionale nell’ordinanza n.139/2011, ha negato che il diritto a non essere discriminati nell’accesso al lavoro sia da riconoscere a tutti i lavoratori regolarmente presenti in Italia e che il ruolo delle associazioni per la promozione dei diritti riguardi anche la tutela giudiziale delle discriminazioni collettive per nazionalità”.

Elvio Pasca
 

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