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SCUOLA:SU ASILO PER BABY-IMMIGRATI SCONTRO ROMA-MILANO

(ANSA) – ROMA, 22 GEN – Continua lo scontro Roma-Milano sull’accesso all’asilo dei figli degli immigrati privi di permesso di soggiorno. Dopo l’annuncio, ieri, da parte del ministro Fioroni dell’avvio del procedimento per la revoca della parità per le scuole dell’infanzia del Comune di Milano (iniziativa minacciata dal ministro della Pubblica Istruzione nella diffida con la quale il 9 gennaio ha chiesto a palazzo Marino di rivedere la decisione di negare l’accesso alle materne ai figli degli immigrati irregolari), oggi il sindaco Moratti ha accusato il suo successore a viale Trastevere di "incomprensibile interferenza". "Le scuole dell’infanzia – ha spiegato Letizia Moratti – non rientrano nella scuola dell’obbligo, quindi, si tratta di una politica in più che fa il Comune di Milano nell’offrire questo servizio ai suoi cittadini". Ha quindi ricordato che a fronte di 170 scuole dell’infanzia comunali, che accolgono 21.000 bambini e sono finanziate con un centinaio di milioni di euro, quelle statali sono 22: il che configura, per il sindaco: "una supplenza che il Comune fa rispetto allo Stato". Affrontando, poi, il vero nodo che ha suscitato la diffida di Fioroni, l’ex titolare del dicastero dell’Istruzione ha affermato che "la cosa grave è che il ministro ci chiede di discriminare i bambini milanesi e quelli figli di immigrati regolari a favore dei figli degli immigrati irregolari". Pronta la replica di viale Trastevere affidata al vice ministro Mariangela Bastico che ha giudicato " sconcertante" che l’applicazione della legge sia per il sindaco di Milano "una ingerenza"."Proprio Moratti in quanto ex ministro – ha ricordato Bastico – conosce assai bene la legge 62/2000 che definisce all’art 1 comma 2 ‘scuole paritarie le Istituzioni scolastiche non statali, comprese quelle degli enti locali, che, a partire dalla scuola dell’infanzia corrispondano agli ordinamenti generali. Condizione essenziale, quindi, per il riconoscimento e la permanenza della parità – ha sottolineato il vice ministro – è il rispetto di tutte le norme sull’ istruzione vigenti, in particolare ‘l’iscrizione alla scuola di tutti gli studenti i cui genitori ne facciano richiesta (art.1 comma 4 lettera d)’". Bastico ha comunque ribadito che se il Comune di Milano farà dietrofront il provvedimento di revoca sarà sospeso. Tanti gli esponenti del centrosinistra e del centrodestra che oggi si sono schierati per l’una o l’altra parte. Valentina Aprea (FI) sottosegretario all’Istruzione nel governo Berlusconi ha parlato di "forzatura" da parte del ministro" visto che Milano, a suo parere "può essere presa come modello per l’accoglienza degli alunni stranieri, per l’entità dei finanziamenti, per la qualità dei servizi offerti e per l’alto numero di etnie". Mentre i sindacati hanno difeso la scelta dei ministro. "Essa – ha detto il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini – è coerente con i contenuti della legge di parità ed è sacrosanta dal punto di vista dell’affermazione dei valori civili contenuti nella nostra carta costituzionale", mentre il suo collega della Cisl, Francesco Scrima, ha ironicamente ipotizzato la nascita di un nuovo tipo di reato sui minori: "l’abuso politico". (ANSA).

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