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Sel: “Via il reato di clandestinità”. Proposta alla Camera

La firmano Daniele Farina e tutti gli altri deputati del partito di Vendola.  Ha un solo articolo, che cancella il “reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato” introdotto dal centrodestra nel 2009

Roma – 5 aprile 2013 – “La nostra prima proposta consiste nell’abolizione della pessima legge Bossi-Fini e le leggi successive che hanno peggiorato sempre più la condizione dei migranti, violando fondamentali diritti umani, come quello che ha istituito il reato di clandestinità…” c’è scritto nel programma con cui Sinistra Ecologia e Libertà si è presentata all’ultime elezioni.

Nel solco di quella promessa, il partito di Vendola due giorni fa ha depositato alla Camera dei Deputati un progetto di legge per l'abolizione del “reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato” introdotto dal governo Pdl-Lega Nord nel 2009 con una delle sue leggi sulla sicurezza.

La proposta di Sel, primo firmatario Daniele Farina, ha un solo articolo che recita: “L’articolo 10-bis del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286, è abrogato”. È insomma un tratto di penna che cancella uno dei baluardi delle politiche sull’immigrazione dell’ultimo governo di centrodestra: la scelta di trasformare centinaia di migliaia di persone in un criminali.

Quel reato, si ricorda nella premessa, “comporta a carico di pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio, qualora siano richiesti di qualsiasi atto, l’obbligo di denunciare la persona definita come clandestina, ovvero il migrante colpevole di non possedere o di aver perduto (suo malgrado e, in ogni caso, anche temporaneamente) il permesso di soggiorno”.  Avrebbe inoltre già portato “all’incarcerazione di più di 3.000 persone”.

I deputati di Sel ritengono il reato di clandestinità incostituzionale e contrario alle norme europee, perché punisce “la persona non in conseguenza di un suo comportamento contrario alle norme, bensì per il mero trovarsi in una condizione personale di difetto di permesso di soggiorno”. E chiedono al Parlamento una legge sull’immigrazione “che esca dall'emergenza e  dall'evocazione della paura del diverso, e che si basi sul rispetto  dei diritti  costituzionali delle persone e sulle soluzioni percorribili nel ben e della convivenza civile”.

EP

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