L’Inps non accetta più domande dalle neo mamme, italiane e straniere, che rinunciavano al congedo parentale facoltativo. “Esaurito il budget di 20 milioni di euro”
Roma – 14 dicembre 2015 – Fino a 600 euro al mese per massimo sei mesi per pagare baby sitter e asili nido. Erano i “contributi per l’acquisto dei servizi per l’infanzia” che negli ultimi due anni lo Stato stava pagando alle lavoratrici italiane e straniere che volevano tornare al lavoro dopo essere diventate mamme.
Per averli bisognava rinunciare al cosiddetto “congedo parentale”, il periodo di astensione facoltativa dal lavoro riconosciuto alle lavoratrici quando finisce l’astensione obbligatoria dopo il parto. Potevano chiederlo all’Inps dipendenti pubblici e privati (escluse le lavoratrici domestiche) e, al massimo per tre mesi, anche parasubordinate e le libere professioniste.
Da oggi, però, è impossibile chiedere quei “contributi per l’acquisto dei servizi per l’infanzia”. Sono infatti finiti i soldi con cui lo Stato li stava finanziando.
“Si comunica l’esaurimento per l’anno 2015 del budget di 20 milioni di euro stanziato per il finanziamento del beneficio” spiega l’Inps in un messaggio diffuso oggi. L’istituto quindi “non prenderà in considerazione ulteriori domande” e “la relativa procedura telematica non ne consente più l’acquisizione”.
Alle neomamme non rimane che aspettare e sperare che lo Stato decida di nuovo da dare loro una mano.
EP